Legionella nelle torri di raffreddamento
Il batterio che ha causato nelle ultime settimane più di 400 casi di polmonite tra Bresciano e Mantovano isolato in alcuni impianti industriali del territorio. Complice lo stop agli impianti per le ferie di agosto, avrebbe trovato il terreno ideale in cui proliferare. Con la ripresa della produzione ci sarebbe stata la sua dispersione nell'aria. Le contromisure adottate
Il mistero “legionella” sembra finalmente chiarirsi. Dopo quella che sin da subito è stata definita epidemia polmonite nel Bresciano (con 400 casi segnalati) le autorità preposte ai controlli, Ats in testa, sembrano essere arrivate ad una conclusione. Dopo aver passato al setaccio falde, pozzi e corsi d’acqua di della parte sudorientale della provincia in cui si è sviluppato il focolaio, le prime utili indicazioni: il batterio della Legionella si sarebbe annidato nelle torri di raffreddamento di alcune aziende del territorio.
"I risultati dei campionamenti effettuati da Ats Brescia ci permettono di stabilire definitivamente che la causa non si trova nell'acqua degli acquedotti, bensì nelle torri di raffreddamento delle aziende. Tranquillizzo tutti cittadini sul fatto che possono continuare a bere e utilizzare in tutta tranquillità l'acqua della rete idrica": queste le dichiarazioni dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera che ha fatto il punto dei primi risultati dei campionamenti sui territori della bassa bresciana orientale e nell'alto mantovano, maggiormente interessati dai casi di polmonite.
"Ad oggi - ha spiegato Gallera - l'analisi dei dati ci permette di concentrare tutti gli sforzi messi in campo da ATS nelle torri di raffreddamento delle aziende. I risultati dei campionamenti effettuati in queste ultime, presso i comuni maggiormente colpiti, sono positivi alla legionella. Dei 10 campioni ad oggi analizzati sulle torri di raffreddamento di 3 aziende nei Comuni di Montichiari, Carpenedolo e Calvisano, 9 sono risultati positivi alla legionella".
A seguito dei primi risultati l'Ats Brescia ha convocato i sindaci dei tre comuni per fornire le prime opportune informazioni. Poi è stata loro trasmessa una nota formale con richiesta di emissione di ordinanza contingibile e urgente perché dispongano la sanificazione di alcune aziende del loro territorio. Verrà inoltre valutato se le stesse abbiano effettuato valutazioni di rischio biologico e autocontrolli.
"Estenderemo il lavoro di campionamento - ha sottolineato l'assessore - a un'area più ampia e coinvolgeremo i sindaci del territorio interessato affinché tutte le aziende provvedano a sanificare le proprie torri di raffreddamento. Entro fine anno approveremmo in Giunta regionale un provvedimento per censire tutte le torri di raffreddamento in Lombardia, norme puntuali per la loro periodica sanificazione e controlli e sanzioni da parte di Ats in caso di mancata ottemperanza".
"Anche nel fiume Chiese - ha concluso Gallera- sono state riscontrate delle positività, ma il numero ridotto ci fa ritenere che non sia l'acqua del fiume la causa dei casi di polmonite riscontrate nelle ultime due settimane. Si ipotizza che la legionella fosse presente in pozze stagnati, ma riteniamo che non ci siano le condizioni perché da lì si sia diffusa nell'ambiente, ricordiamo che la legionella si diffonde solo attraverso acqua nebulizzata".
Le strutture ospedaliere pubbliche e private dei due territori interessati confermano che a oggi sono 405 pazienti con diagnosi accertata di polmonite. Dei 405 casi 269 sono maschi, pari al 66,4% del totale, la loro età media è di 64,6 anni (68,9 per le donne e 62,4 per i maschi). 42 sono le persone con positività alla legionella, di cui 31 maschi.
L'attività di campionamento delle acque, potabili e non, svolta dai Tecnici della Prevenzione di Ats Brescia è, invece, la seguente: 354 campioni di cui 202 in abitazioni, 77 da torri di raffreddamento/evaporazione, 62 su reti idriche, 13 dal fiume Chiese e sue derivazioni.