Le mamme invisibili
La festa della donna non può essere solo una bella tradizione, ma un’occasione straordinaria per dare voce alle donne che in solitudine vivono situazioni personali e familiari gravate da sofferenze e fatiche continue. Chi di noi non ne conosce almeno una? Sono tante e sono aumentate nell’ultimo anno, in parte causate od aggravate dalla pandemia che ha contribuito ad accrescerne l’isolamento e le difficoltà economiche. Ci sono anche situazioni legati alla cura della persona che durano da anni e che nella giornata dedicata alla donna è doveroso ricordare. Riguardano le mamma dei bambini portatori di malattie inguaribili, o con gravissime disabilità, a cui viene preannunciata una morte precoce, ma che continuano a vivere assistiti con tenerezza ed amore dalla famiglia, quasi sempre dalla madre che annulla la sua vita per prendersi cura del figlio 24 ore su 24.
L’associazione Maruzza, un’organizzazione di volontariato che si occupa in specifico delle cure palliative pediatriche e che ha attivato degli sportelli d’ascolto presso alcuni Ospedali, segnala che nel territorio della Lombardia Orientale (Brescia, Mantova e Cremona) sono circa 500 i bambini e gli adolescenti che, affetti da una grave patologia cronica e con rilevanti disabilità, hanno bisogno di “assistenza all’inguaribilità”.
L’associazione Maruzza li chiama “bambini invisibili” perché per la loro elevata complessità assistenziale non escono quasi mai dalle loro case, se non per recarsi in strutture sanitarie per visite specialistiche o per la riacutizzazione della loro patologia. Spesso sono invisibili anche le loro mamme che commuovono e stupiscono per la capacità di reggere un carico emotivo così grande. Tra le conquiste che l’8 marzo deve aiutarci a raggiungere, mettiamo anche la creazione di una rete per le cure palliative pediatriche.