La spinta corale del volontariato
Si conclude il progetto "Volontari a supporto dell’HUB Vaccinale", promosso da Volontari per Brescia. Vengono tirate le somme alla conferenza di martedì 14 settembre: tra sondaggie considerazioni
Ieri mattina, martedì 14 settembre, si è tenuta la conferenza stampa a conclusione del progetto “Volontari a supporto dell’HUB Vaccinale”, promosso da Volontari per Brescia in collaborazione con ASST di Brescia e fondazione comunità Bresciana, realizzato con i fondi del progetto #AiutiAMOBrescia. Sono intervenuti Giovanni Marelli, presidente di Volontari per Brescia, seguito dalla vicepresidente Marina Rossi; poi il direttore operativo della Fondazione Comunità Bresciana, Orietta Filippini, e il direttore del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini. Hanno concluso Cristina Cipani, responsabile dell’amministrazione, accettazione e accoglienza dell’HUB Vaccinale; Lelio Giovanessi della Protezione Civile di Brescia e infine la responsabile del Servizio Tutela Ambientale e Protezione Civile del Comune di Brescia, Elsa Boemi.
Il 26 aprile è stata aperta una richiesta di volontari a cui in soli due giorni hanno risposto 800 persone (per un totale di 1200 alla chiusura della “call”). Ne sono stati poi identificati 390, che hanno partecipato da maggio a fine agosto, nel supporto all’accoglienza presso il centro vaccinale della Fiera di Brescia. Ci sono state anche delle collaborazioni, per cui quattro erano studenti dell’Istituto Paritario Giovanni Paolo II, e 26 i membri dell’associazione “Clown e oltre”. È stato poi fatto un sondaggio, a cui ha partecipato la metà del totale, da cui si evince che molti non avevano mai fatto volontariato, ma soprattutto che quasi tutti si sono sentiti “parte di qualcosa” e “utili”, considerando il momento storico che stiamo vivendo.
“Dal punto di vista del volontariato – interviene il presidente di Volontari per Brescia, Giovanni Marelli – il Covid ci ha lasciato qualche elemento positivo: parlo della spinta corale, dei comportamenti collettivi e della capacità di essere spontaneamente disciplinati, di cui mi auguro ci possa essere un uso permanente”, al di là della pandemia. Su questo aspetto concorda la vicepresidente, Marina Rossi, che interviene così: “Un elemento chiave è proprio quello della partecipazione della comunità a questa nuova e unica esperienza in campo sanitario” che è stata gestita con professionalità, pazienza e amore”. Dopo aver ringraziato gli sponsor che hanno sostenuto il progetto, ha sottolineato come questa “esperienza dolorosa” abbia “arricchito il bagaglio di umanità”, perché “quello che vale la pena di fare è ciò che facciamo per l’altro”.
