La scomparsa di Renato Borsoni
S è spento questa mattina all'età di 91 anni uno dei padri della Loggetta, l'esperienza teatrale da cui, nel 1974, nacque il Ctb. Oggi la camera ardente al Teatro Santa Chiara-Mina Mezzadri e sabato i funerali nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso
Si è spento questa mattina a Brescia Renato Borsoni, illustre figura di rilievo nazionale e uno dei padri fondatori del teatro bresciano. Aveva 91 anni. Nel 1952 partecipa alla nascita del Piccolo Teatro della Città di Brescia, prima cooperativa italiana nel settore, e con largo anticipo, assieme ad un gruppo di giovani e intellettuali, raccolti attorno alla figura di Renzo Frusca e decisi a sprovincializzare la cultura locale e a realizzare un teatro di ricerca aggressivo e disinibito. Nel 1961 è uno dei sette fondatori del gruppo teatrale della Compagnia della Loggetta, che guiderà sino alla trasformazione in Centro Teatrale Bresciano (1975), di cui sarà direttore fino al 1988. Accanto a Borsoni, protagonista della stagione della Loggetta nasce e cresce un gruppo di attori affiatato, del quale fa parte anche la moglie Marisa Germano, con il segno inconfondibile della regista Mina Mezzadri, che rappresenta tutt'oggi la prima e unica forma di 'ensemble' mai realizzata coerentemente a Brescia, nonostante i successivi tentativi di Castri e Sequi con il Ctb.
Con la Loggetta la Mezzadri mette in scena autori mai rappresentati a Brescia, come Genet, Ionesco, Buchner, o classici riletti in modo nuovo e originale, come “Sette contro Tebe”, polemicissima edizione della tragedia di Eschilo presentata alla Biennale di Venezia del '69. A fianco del teatro ‘alto' e di quello meno noto, da Buchner a Brecht, la Loggetta dà voce al mondo bresciano con “La curt dei pulì” e “La massera da bè” e al teatro documento con “La spada e la gioia” sulla Resistenza bresciana, “Eloisa e Abelardo”, “Dietro il ponte c'è un cimitero”, “Il Geometro” e “L'obbedienza non è più una virtù”, che darà voce per la prima volta all'esperienza didattica di Don Lorenzo Milani. Durante il periodo della contestazione al teatro ‘ufficiale' e alla figura del regista, la Loggetta assorbe i fermenti della scena italiana: assume aspetti collettivistici e ospita i grandi nomi della sperimentazione, quali Robert Wilson, il Living Theatre, Carmelo Bene, Mario Ricci… Nel '68 la Loggetta, travolta dalle polemiche dei tempi nuovi e reduce dall'uscita di scena della regista Mezzadri, entra in crisi: resiste tuttavia Borsoni che dà vita nel '74 al Centro Teatrale Bresciano, che fa di Brescia una delle tredici città d'Italia con un teatro stabile.
Nella freddezza cittadina, decolla una straordinaria stagione, che vede imporsi il Ctb come modello di riferimento per la cultura teatrale italiana e lo rende noto anche fuori d'Italia. Con la nascita del Ctb coincide il sorgere del sodalizio fra Renato Borsoni e Massimo Castri, iniziato nel '71 con lo spettacolo “Scontri Generali” scritto e diretto da Giuliano Scabia - presentato anch'esso alla Biennale di Venezia - in cui Castri figura come attore : l'intuizione di Borsoni nel riconoscere in lui il ruolo di regista, è anticipatrice di opere memorabili ed allestimenti teatrali da Pirandello, Goldoni, Ibsen, ricordati tra i più innovativi del teatro italiano del secondo ‘900, che lo consacreranno uno dei più grandi registi italiani, da molti definito l'erede di Strehler. Dal primo “Costruttori di imperi” di Boris Vian del '72, passando per “È arrivato Pietro Gori” scritto da lui stesso con Emilio Jona e Sergio Liberovici del '75, a “Vestire gli ignudi” del '76 e “La vita che ti diedi” del '78 tratti dagli omonimi scritti di Pirandello, fino a “Il gabbiano” di Čechov, cui viene conferito il premio Ubu per il miglior spettacolo italiano nel 1987. La camera ardente sarà allestita oggi al Teatro Santa Chiara - Mina Mezzadri in Contrada Santa Chiara 50/a e sarà aperta delle e domani dalle 10 alle 20. I funerali si terranno sabato alle 10,30 nella parrocchia dei Santi Nazaro e Celso in Corso Giacomo Matteotti a Brescia.