La prima tappa di un lungo percorso
“Questo non è il punto di arrivo, ma solo una tappa del lungo percorso che stiamo affrontando”. Queste le parole di Marco Colombo, presidente del Centro Bresciano Down, alla presentazione del progetto “#NoiSiamoilViaggio”.
“Questo non è il punto di arrivo, ma solo una tappa del lungo percorso che stiamo affrontando”. Queste le parole di Marco Colombo, presidente del Centro Bresciano Down, alla presentazione del progetto “#NoiSiamoilViaggio”. “Quest’esperienza nasce da lontano, dalle necessità di un gruppo di genitori che si sono trovati ad affrontare, 25 anni fa, una situazione per cui non avevano punti di riferimento” racconta Italo, uno dei genitori dei ragazzi con sindrome di down e volontario del Centro. “Così è nato il Cbd, e da allora non ci siamo mai fermati ma abbiamo continuato a credere in un traguardo possibile ma soprattutto nei sogni dei nostri ragazzi”. Oggi tutti gli sforzi si concretizzano attraverso un “percorso di inclusione sociale abitativa”.
“A partire da ottobre, in i ragazzi sperimenteranno l’autonomia abitativa” ha spiegato Alessio Belleri, pedagogista e coordinatore del progetto. “All’inizio verranno affiancati poi aumenteranno i giorni di autonomia e diminuirà il sostegno esterno. Convivranno, faranno la spesa, le pulizie, saranno pienamente autonomi. Il progetto non vuole solo puntare ai ragazzi e alle singole persone, ma vuole essere un modello destinato alla società. Vuole cambiare il contesto sociale in cui viviamo, sensibilizzare al ‘volontariato sociale’, partendo per esempio dalla vita di condominio, poi dalla vita di quartiere, e così via. Vogliamo dimostrare che i nostri ragazzi sono un capitale umano e sociale, che la fragilità può diventare un vantaggio”. L’appartamento designato, in via Garzetta 16, a Brescia è stato fornito dalla Congrega della Carità Apostolica, che ha da subito creduto e collaborato al progetto, coerente con la sua tradizione di realtà benefica bresciana: “Si tratta – ha sottolineato il segretario generale della Congrega Giorgio Grazioli– di una delle tante unità abitative che destiniamo all’housing sociale, e speriamo che sia la prima di molte altre realtà aperte a questi percorsi di autonomia”.