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Brescia
di MAURILIO LOVATTI 30 giu 2023 11:40

La pittura sacra del Settecento

Nelle chiese di Brescia sono conservati ben 6 capolavori della pittura sacra del Settecento, tutti opera di pittori allora di fama europea

Il 30 luglio del 1727 il cardinale Angelo Maria Querini è nominato vescovo di Brescia. È un personaggio straordinario, un dotto conosciuto in tutta Europa (Newton in persona lo aveva ricevuto in Inghilterra, è in corrispondenza per 10 anni con Voltaire, è Prefetto della Biblioteca Vaticana e membro delle Accademie di Vienna e Berlino). A Brescia, oltre a fondare la biblioteca Queriniana, contribuisce in maniera determinante alla ripresa dei lavori di costruzione del Duomo Nuovo.

Ed è lui a commissionare a Giacomo Zoboli (1681-1767) la pala dell’altare maggiore della Cattedrale, che rappresenta l’Assunta con gli Apostoli. È una scelta controcorrente, perché in genere per i dipinti delle chiese venivano scelti pittori operanti nella Repubblica di Venezia, della quale Brescia faceva parte fin dal 1426. Il dipinto è eseguito interamente a Roma, come ci informa il vescovo stesso nella sua lettera pastorale del 2 agosto 1732, e giunge a Brescia nel 1735.

Nel 1737 il card. Querini dona alla chiesa della Pace, allora in costruzione, “La presentazione al Tempio di Gesù” di Pompeo Batoni (1708-1787), pala destinata all’altare maggiore, anch’essa dipinta a Roma. Batoni non è ancora trentenne, ma il cardinal Querini ne intuisce il valore. Pochi anni dopo Pompeo Batoni diventerà uno dei pittori più famosi in Europa: molti nobili inglesi verranno a Roma per farsi ritrarre da lui.

Il grande successo ottenuto dalla pala dell’Assunta del Duomo spinge qualche anno dopo i padri filippini della Pace a commissionare allo Zoboli il dipinto più importante della chiesa allora in costruzione, quello dedicato al fondatore della Congregazione. Nasce così San Filippo Neri genuflesso davanti alla Madonna, che Zoboli completerà a Roma nel corso del 1745, e che ancor oggi possiamo ammirare nel secondo altare della navata destra della chiesa della Pace.

Nel 1748 Giacomo Zoboli realizza per Brescia un terzo dipinto, richiestogli dalle monache agostiniane per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria degli Angeli, annessa al loro convento nell’attuale via Bassiche. Nel 1803, per evitare che i funzionari napoleonici lo requisissero per portarlo al Louvre, il dipinto raffigurante L’Assunta e gli Angeli fu trasferito di nascosto a Chiesanuova, dove si trova tuttora.

Folzano. Infine, la pala d’altare della chiesa di San Silvestro, nella frazione di Folzano, è un capolavoro di Giambattista Tiepolo (1696-1770). Rappresenta Papa Silvestro che battezza l’imperatore Costantino il Grande in punto di morte: è un’opera di grande effetto cromatico ed emotivo e giunge a Brescia, il 30 settembre 1759. Trasportata da un carro trainato da sei buoi bianchi, la pala d’altare sfilò alla testa di una processione solenne per le vie di Folzano, tra due ali di folla. Tiepolo stesso riteneva molto importante questo dipinto, al punto che nel 1762, nel viaggio da Venezia a Madrid (dove morirà dopo aver affrescato il palazzo reale di Carlo III) volle fermarsi appositamente a Folzano per rivedere il quadro. Complessivamente nelle chiese di Brescia sono conservati ben 6 capolavori della pittura sacra del Settecento, tutti opera di pittori allora di fama europea: oltre al Tiepolo, i due Batoni della Pace e i tre dipinti di Zoboli. Solo Roma e Venezia possono vantare una dotazione più ricca. Possiamo sperare che il 2023 costituisca l’occasione sia per consentire ai bresciani e ai turisti di conoscere questi capolavori, in qualche caso veri e propri tesori nascosti finora poco visitati.

MAURILIO LOVATTI 30 giu 2023 11:40