La nuova legislatura al via
Iniziano questa mattina i lavori di Camera e Senato. I parlamentari alla prova dell'elezione dei presidenti dei due rami del parlamento. Tredici i deputati bresciani
Nuova legislatura ufficialmente al via questa mattina a Roma, con la prima convocazione per Camera e Senato. Tredici sono i bresciani che andranno a occupare il loro scranno in una delle due Camere per partecipare, già da oggi, all'elezione della seconda e della terza carica dello Stato, anche se la partita per la scelta dei successori di Pietro Grasso a Palazzo Madama e Laura Boldrini a Montecitorio potrebbe essere lunga e richiedere più una votazione. Pesano, infatti, sul voto per le presidenze i recentissimi irrigidimenti reciproci tra Centrodestra (la coalizione più votata il 4 marzo scorso) e il Movimento 5 Stelle (partito di maggioranza relativa) che hanno portato la partita in una situazione di stallo, soprattutto dopo il veto ribadito da Luigi Di Maio (M5S) all'elezione di Paolo Romani (Forza Italia) alla presidenza del Senato, perchè coinvolto in un procedimento giudiziario.
È in questo contesto che i parlamentari bresciani si apprestano a vivere il loro "primo giorno". Per sette di loro si tratta di un ritorno sui banchi, per gli altri sei di un debutto. Tornano a Roma, destinazione Camera, Raffaele Volpi della Lega, Mariastella Gelmini di Forza Italia, Claudio Cominardi del Movimento 5 Stelle e i democratici Alfredo Bazoli e Marina Berlinghieri. Ritorno al Senato, invece, per Vito Crimi (M5S) e per Stefano Borghesi, alla Camera nel corso della XVII legislatura.
"Debuttano" in parlamento i quattro deputati della Lega Simona Bordonali, Paolo Formentini, Eva Lorenzoni e Giuseppe Donina e, al Senato, il leghista Simone Pillon e Adriano Paroli, Forza Italia , per altro con un passato da deputato alle spalle.
Saranno assenti perché non eletti o perché hanno scelto di non ricandidarsi parlamentari che erano scesi da Brescia e Roma per la legislatura conclusasi con il voto del 4 marzo: i "pentastellati" Dino Alberti, Tatiana Basilio, Giorgio Sorial, i democratici Miriam Cominelli e Guido Galperti, Mario Sberna e Gregorio Gitti eletti nel 2013 con Scelta Civica di Mario Monti, Giuseppe Romele di Forza Italia e Luigi Lacquaniti di Sel. Mancheranno alla prima chiamata del Senato Paolo Corsini e Massimo Mucchetti eletti nel 2013 con il Pd e Riccardo Conti di Forza Italia.
Come detto i parlamentari bresciani divisi tra Camera e Senato parteciperanno nelle prossime ore all'elezione dei due rami del parlamento. Per quanto riguarda l'elezione del presidente della Camera. si vota a scrutinio segreto. Per le prime tre votazione è necessaria la maggioranza dei due terzi; dal quarto in poi diventa sufficiente la maggioranza assoluta dei votanti. Legggermente diverso il meccanismo previsto per l'elezione del presidente del Senato. Anche a Palazzo Madama si vota a scrutinio segreto. Per eleggere la seconda carica dello Stato serve il voto della maggioranza dei senatori per i primi due scrutini; per il terzo la maggioranza dei votanti; il quarto su svolge con un ballottaggio tra i due più votati al terzo.
Difficile, alla luce degli ostacoli e dei veti incrociati emersi nelle ultime ore, prevedere i tempi per queste elezioni. Nel 2013 furono sufficienti quattro scrutini per eleggere entrambi i presidenti delle Camere. Le votazioni cominciarono il 15 marzo, giorno dell’insediamento delle camere, e terminarono il giorno successivo, il 16 marzo. La presidente delle Camera Laura Boldrini venne eletta al quarto scrutinio, quello in cui vince chi ottiene la maggioranza dei voti espressi.
Al Senato la situazione era più complessa, perché da solo il PD non aveva i numeri per eleggere il suo candidato. Per le prime due votazioni, quindi, il centrosinistra scelse di non presentare alcun candidato e fece il nome di Pietro Grasso soltanto la mattina del 16 marzo, durante il terzo scrutinio. Grasso ottenne 120 voti e il candidato del centrodestra Renato Schifani 111. Visto che Grasso non aveva raggiunto la maggioranza assoluta dei voti espressi si procedette al ballottaggio tra i due candidati più votati al terzo scrutinio. Grasso vinse con 137 voti.