La grave marginalità a Brescia
Questo il nome del convegno svoltosi il 17 ottobre, organizzato dal Forum del Terzo Settore nella sede provinciale della Acli. Si è discusso sul tema della povertà assoluta, analizzando i dati relativi ad esso e discutendo sulle possibilità di miglioramento
Quante sono le persone in povertà assoluta a Brescia? Che aiuto trovano da parte di istituzioni, enti, volontariato della nostra città? Del tema se ne è parlato in occasione della giornata mondiale delle povertà (che dal 1992 si tiene ogni anno il 17 ottobre), grazie ad un convegno sul tema “La grave marginalità a Brescia” organizzato dal Forum del Terzo Settore nella sede provinciale della Acli in via Corsica.
Il perché di questo incontro, che ha squarciato il velo su un tema delicato, che spesso viene nascosto con pudore o vergogna sotto il tappeto, lo ha ben spiegato Dante Mantovani che del Forum è il Presidente. “Già negli anni scorsi”, ha detto Mantovani, “il FTS di Brescia ha sostenuto ed incentivato iniziative che favorivano una maggiore presa di coscienza e permettessero di toccare con mano le situazioni dell'estrema povertà. Con il preciso scopo di aumentare la consapevolezza e l'impegno nell’eliminare la povertà e l'indigenza in tutte le sue forme. La lotta alla povertà” ha continuato “dovrebbe essere sempre presente ad ogni livello”. I numeri sono drammatici. “In Italia nei 10 anni che vanno dal 2006 al 2016 gli italiani in povertà assoluta, quelli che non possono permettersi beni e servizi essenziali per uno standard di vita accettabile, sono passati da 1,66 milioni nel 2006 ai 4,74 milioni nel 2016. La povertà è aumentata soprattutto per le famiglie con tre o più figli, così come è aumentato il numero dei bambini poveri”. Tutto questo accade mentre la ricchezza aumenta, solo che viene distribuita peggio. “Dal 2007 ad oggi nel mondo i milionari sono aumentati, ce ne sono 8.740.000 in più. Le distanze si allargano, il 10% più ricco della popolazione mondiale detiene il 88% della ricchezza, l’1% il 50,1% Cioè quanto detiene il rimanente 99% della popolazione mondiale”. Nella ricca Brescia ci sono 1.400 persone in condizioni di povertà assoluta. Molte di più in povertà relativa. Ogni anno la mensa Menni distribuisce oltre 46 mila pasti, e più di quattromila persone si rivolgono al servizio docce. Ogni notte, nel periodo del freddo, nei dormitori bresciani viene offerto un rifugio a 323 persone, di cui 40 donne. Per un totale di 10.843 presenze l’anno. Ma ogni notte rimangono inevase 148 richieste, di persone costrette a dormire all’aperto. Questi sono i dati relativi alle persone registrate, ma molte non si avvicinano nemmeno, e sfuggono al rilevamento. Chi sono? Persone senza lavoro né casa, tossicodipendenti e alcolisti, disoccupati di lungo periodo o privi di reti familiari, persone con svantaggio sociale grave…
Grande è lo sforzo di dare risposte ai bisogni. La città si è data un modello integrato di servizi che punta a costituire una cabina di regia sulla grave marginalità. Tra pubblici e privati, in città operano 7 enti di distribuzione viveri, 2 mense, 9 unità di strada, 4 erogatori di contributi economici una tantum, 4 dormitori di emergenza, 2 notturni, 2 per alloggi protetti o autogestiti, 3 centri diurni, 6 comunità residenziali, e poi laboratori occupazionali, servizi di orientamento, di inserimento lavorativo… Al convegno hanno partecipato anche l’assessore ai servizi sociali Marco Fenaroli e il presidente di ACB Gabriele Zanni, rappresentanti di ATS e delle organizzazioni di assistenza. Come diceva Padre Joseph Wresinsky, uno degli ispiratori della giornata mondiale contro la povertà “Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria i diritti dell'uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro.”