La città piange Mariarosa Inzoli
Figura di spicco nel campo sociale e umanitario, si è spenta dopo aver tagliato il traguardo dei 90 anni. Nelle parole di Massimo Chiappa, direttore di Medicus Mundi, ricordi e testimonianze di una vita spesa per il prossimo
È scomparsa lunedì scorso, dopo aver tagliato il traguardo dei 90 anni, Mariarosa Inzoli (nella foto), per oltre un ventennio presidente dell’ong Medicus Mundi di cui è stata fondatrice. Dal 1976 ha diretto il reparto di medicina riabilitativa all’Ospedale Sant’Orsola - Fatebenefratelli. Mariarosa Inzoli, il “medico degli ultimi”, ha interpretato la sua professione come un servizio e in questa prospettiva si colloca anche il suo impegno sociale che negli anni l’ha spinta a seguire le attività dell’Associazione volontari ospedalieri, dell’Alleanza per la salute mentale e, in tempi più recenti, del Centro Balestrieri, nato nella parrocchia cittadina di San Lorenzo. Nelle parole di Massimo Chiappa, direttore di Medicus Mundi, ricordi e testimonianze di una vita spesa per il prossimo.
Direttore, qual è il suo ricordo di Mariarosa Inzoli?
È un ricordo dolce e gioioso per una vita meravigliosa che ha condotto fino all’ultimo istante con il suo impegno, la sua passione, la sua generosità ma, soprattutto, la sua grande serenità d’animo sorretta da una profonda fede. È stata un punto di riferimento per me, per l’associazione. I suoi consigli preziosi hanno caratterizzato un po’ la linea da seguire da parte di tutti.
Qual è stato il suo apporto, negli anni, dopo la fondazione di Medicus Mundi?
È stato un apporto continuo sin dalla nascita di Medicus Mundi che lei e altri medici bresciani hanno contribuito a fondare dopo l’esperienza a Kiremba. Da allora, in maniera sempre molto attiva, è stata presidente, vicepresidente... L’abbiamo sentita proprio il giorno prima della sua dipartita. È stata attiva protagonista con la sua grande umanità e generosità. Ha sempre fatto da collante alle generazioni che si sono succedute. Tutto questo senza dimenticare l’impegno per gli “ultimi” a qualsiasi latitudine e periferia nel sud e nel nord del mondo.
Il “lascito” di Mariarosa Inzoli?
È incalcolabile, inestimabile. Penso soprattutto al suo essere un esempio di saggezza ed equilibrio. Ricordo poi il suo insegnamento, anche come medico di grandi capacità professionali, ma soprattutto la sua umanità. Credo sia questa l’eredità che noi portiamo e continueremo a portare nel cuore.
C’è un avvenimento in particolare che vuole ricordare?
I ricordi sono tanti. Forse l’ultimo, il più recente, è legato ad alcune discussioni su temi importanti. In quell’occasione mi chiamò e andai a casa sua. Lì ricordammo la nostra collaborazione in questi anni, quanto era stato fatto. Da quel dialogo scaturì anche un monito, un sostegno, quasi fosse la sua indicazione della strada da intraprendere nei prossimi anni. Di questo tutti le saremo molto grati e da lì vogliamo continuare.