La chiesetta di S. Eustacchio. Il volume
Edito dalla tipografia Com&Print, al volume vi hanno lavorato un medico appassionato di storia locale, un ingegnere con particolari abilità nella ricerca storica e un ex insegnante di liceo
Edito dalla tipografia Com&Print, è stato pubblicato il libro “La chiesetta di S. Eustacchio”. Vi hanno lavorato un medico appassionato di storia locale (il prof. Alberto Vaglia, già primario ospedaliero), un ingegnere con particolari abilità nella ricerca storica (l’ing. Sandro Guerrini), un ex insegnante di liceo (Gianfranco Grasselli). Sono stati interrogati il territorio (l’ampia zona delle Chiusure di Brescia, una vasta distesa boschiva ora divenuto popoloso e industrioso quartiere, abitata fin dai tempi barbarici). Il Santo (la leggendaria figura di Placido, divenuto Eustacchio dopo la visione di un cervo che portava una croce fra le corna). I muri, testimoniati come proprietà vescovile fin dal 1250, rivestiti da affreschi di cui restano labili tracce. La storia ha visto alternarsi comunità di frati che pagavano l’affitto al proprietario prima che il Vescovo di Brescia ne riscattasse tutti i diritti per farne la sede delle sue vacanze estive, costruendovi anche una superba villa, diventata accademia per gli intellettuali della città chiamata anche il Collegio di Sant’Eustacchio per la formazione di futuri preti. Il vescovo Domenico Bollani vi trovò sicuro rifugio durante la peste del 1577. Nel corso del ’700 due illustri Vescovi, insigniti entrambi del titolo cardinalizio, (Francesco Barbarigo, Angelo Maria Querini) porteranno il complesso monumentale di S. Eustachio al massimo del suo splendore e della sua importanza. Nell’amenissimo prato del signorile edificio, il 31 agosto 1716, il Barbarigo riunì per la prima volta letterati ecclesiastici e laici che accolsero la proposta di erigere la Colonia Cenomana dell’Arcadia.
L’Accademia aveva come stemma otto oche intorno alla zampogna e il motto “Et respondere parati”. Oggetto di particolarissime cure da parte del card. Querini, la colonia Cenomana raggiunse il suo massimo splendore. In tempi più recenti la storia ci tramanda la tragica morte per febbri epidemiche di parecchi soldati francesi impegnati nell’assedio di Mantova del 1796 contro l’esercito austro-russo. I morti furono sepolti in una fossa comune in prossimità di Ponte Crotte ove in seguito fu costruita la Caserma Papa. Con l’edificazione del nuovo Tempio dedicato all’Immacolata, per voto dal vescovo Giacinto Gaggia per una pace vittoriosa nella Prima guerra mondiale, la chiesetta di S. Eustacchio venne man mano a perdere la sua importanza religiosa. L’antico edificio sacro venne adibito ad altri usi. Il libretto è reso assai attraente dalla ricca documentazione fotografica che spazia dagli affreschi riscoperti e fotograficamente restaurati dal prof. Vaglia, ai vari periodi della storia della chiesetta, ai Vescovi che si sono succeduti, alla villa che faceva del quartiere S. Eustacchio una perla per la città. Il ricavato della vendita del libro (offerta libera) sarà destinato ai poveri della parrocchia di S. Barnaba.