La casa è un diritto
L’incontro tra il candidato sindaco Alessandro Lucà nella tappa dedicata agli alloggi popolari, e alle famiglie con basso reddito è avvenuto con Umberto Gobbi, presidente dell’associazione Diritti per tutti di Brescia, che da anni si occupa della questione sociale, e che attraverso la sua esperienza, ha aperto uno scenario preoccupante sul disagio sociale in città, e sulla mancanza di alloggi popolari.
Non a caso, il candidato Sindaco ha voluto che questo confronto avvenisse alle Case del Sole di via Milano, dove ha avuto modo di indagare in prima persona, e di approfondire sulle condizioni in cui versano le famiglie anche grazie ai racconti di alcuni inquilini degli appartamenti occupati. Un tema molto sentito, e ben presentato anche tra i punti del programma sostenuto dalla coalizione, dove si spiega come negli ultimi 5 anni, nella città di Brescia, il numero delle case sfitte è ulteriormente aumentato di ben 2.000 unità, mentre la domanda di case, anche di chi dovrebbe averne diritto in base alle proprie condizioni sociali e di reddito, continua ad essere clamorosamente elusa.
Il portavoce di Diritti per tutti Umberto Gobbi, interrogato da Alessandro Lucà sulla questione, spiega: "Le principali problematiche sono soprattutto due. La prima che è oramai difficilissimo per le famiglie monoreddito, soprattutto con reddito medio basso, trovare una casa in affitto. In questo Palazzo ci sono delle persone che sono diventate occupanti per necessità. Perché pur avendo un contratto di lavoro, a volte anche indeterminato, non trovavano un’abitazione sul mercato privato. Soprattutto se hanno bambini o se sono di origine emigrante. Abbiamo anche casi di italiani che con un solo stipendio, non riescono a trovare nulla. L’altra questione è l’insufficienza delle case popolari. E´ appena uscita la graduatoria dell’ultimo bando, che ci parla di 1.156 famiglie aventi diritto. Cioè che hanno i requisiti per ottenere una casa popolare. Ebbene il bando, mette in assegnazione solo 94 alloggi. Sono numeri che parlano chiaro, sull’insufficienza degli alloggi a canone sociale. Serve assolutamente che vengano per lo meno riattati, e riassegnati in tempi rapidi, quelli vuoti e inutilizzati, oltre che prevedere il recupero di edifici pubblici dismessi. Prevedere senza nuovo consumo di suolo, la realizzazione di una quota di case popolari. Si parla molto di housing sociale che è una cosa ben diversa, perché riduce semplicemente gli affitti rispetto al mercato, ma restano del tutto insostenibili per chi ha lavori sottopagati, e discontinui. La riprova che non ci siano alloggi disponibili, è il risultato della ricerca eseguita dall’agenzia per la casa, istituita dal Comune di Brescia, che ha setacciato più di 150 immobiliari, e non sono riusciti a trovare alloggi, che potessero essere affittati a canone concordato, a famiglie monoreddito, forse anche perché molti proprietari hanno capito che ci guadagnano di più con gli affitti turistici”.
Gli abitanti a Brescia, nel 2022, risultano essere 196.850, solo 700 in più rispetto al 2018. Ma il patrimonio immobiliare totale è aumentato di oltre 8800 abitazioni. In città abbiamo quindi 8800 abitazioni in più rispetto a cinque anni fa.
“E´ evidente che siamo di fronte a speculazioni edilizie degli investitori del mattone o/e a operazioni di riciclaggio, - spiega Alessandro Lucà - con la conseguenza di un enorme consumo di suolo, mentre il problema delle abitazioni rimane. Le nostre proposte sulla questione sono molto chiare: Istituire una tassazione comunale delle case che restano immotivatamente sfitte; procedere ad una moratoria degli sfratti nelle case di edilizia popolare per le famiglie senza reddito o in difficoltà economiche; consolidare ed ampliare il sostegno all'affitto per le famiglie nella stessa condizione in affitto da privati e, in caso di sfratto, intervenire rapidamente per il passaggio da casa a casa. Nella eventualità che si renda necessario il ricorso a residenze protette, garantire sempre il rispetto dell'integrità del nucleo famigliare; avviare un piano di ristrutturazione del patrimonio immobiliare di edilizia pubblica attualmente abbandonato o fatiscente; istituire un “Tavolo permanente per la casa” comprendente Comune – Aler – Prefettura - Associazioni per il Diritto alla Casa; ripristinare il portierato sociale al fine di dotare gli immobili condominiali di edilizia residenziale pubblica/popolare di un portiere assunto dal Comune/Aler, che sia presidio di controllo e legalità a tutela di tutti i condomini".
Il candidato sindaco Alessandro Lucà sull’argomento dichiara in conclusione: “Leggo promesse da televendita da parte delle altre coalizioni, nessuno dei quali si è sbilanciato nell’indicare il diritto alla casa come una priorità. Forse perché chi ha avuto l’onere di amministrare questa città negli ultimi quindici anni non si è mai degnato di incontrare personalmente queste famiglie. Donne e uomini, bambini a volte anche con disabilità che sono di fatto, lasciati soli. Se non fosse per i volontari, e le associazioni che si impegnano ogni giorno per loro, non avrebbero avuto grandi alternative. Sono persone fragili, che vanno tutelate. Quella dello sfratto, è una vicenda sociale, che ci riguarda tutti. Potrebbe capitare ad ognuno di noi o ad amici e parenti, spesso per cause fuori dal proprio controllo. Credo che sia importante ascoltare le loro storie, e dopo averlo fatto non mi sono del resto sembrate, poi così lontane dalla mia, e di chiunque. Se arriveremo al consiglio comunale, certamente la questione verrà messa tra le priorità. Ci impegneremo a fare il possibile per ridurre il gap degli alloggi popolari, restando in continuo ascolto di coloro che ne necessiteranno”.