La bellezza della condivisione
Nata nel 1856 come scuola elementare per bambine sorde, per l’anno scolastico 1972-73 la scelta della “Scuola Audiofonetica” di Mompiano è andata nella direzione “di quella che, al tempo, chiamavano ‘inclusione inversa’, cioè – spiega la direttrice Anna Paterlini – un’esperienza di inclusione assolutamente originale per il rinforzo delle fragilità tra bambini udenti e non udenti”.
Oggi, dal nido alla scuola secondaria di primo grado, accoglie 585 bambini, di cui 60 con disabilità uditiva. A rafforzare il gruppo, negli ultimi mesi, sono arrivati anche sette bambini ucraini. Certamente, punto di forza della Scuola Audiofonetica è l’organico potenziato, che “ha diffuso la cultura dell’inclusione, rendendo tutte le figure corresponsabili dell’intervento educativo – continua la direttrice –. Avere più insegnanti in classe consente di fare attività in un piccolo gruppo e tanti laboratori, come quello di musica, a cui partecipano anche i bambini sordi ovviamente: disponiamo, infatti, di due pedane vibranti tramite le quali possono sentire le vibrazioni della canzone. C’è anche il laboratorio cognitivistico–operazionale, in cui si impara matematica, storia e geografia sperimentando. Anche nel laboratorio tridimensionale il corpo è tramite di apprendimento”.
Sicuramente, però, l’attenzione alle esigenze delle famiglie e dei bambini con disabilità uditiva è evidente nell’organizzazione di un sistema integrato che unisce i percorsi formativi all’intervento medico riabilitativo. “I bambini riescono a frequentare le sedute logopediche direttamente a scuola. I sordi non sono muti: bisogna semplicemente insegnare loro a parlare ed è per questo motivo che la riabilitazione è fondamentale – conclude Anna Paterlini –. Rilevante è anche la convenzione con l’Ospedale: ogni settimana, infatti, ci raggiungono un audiologo e un audiometrista per i controlli di rito. L’équipe è formata anche da una psicologa e da una pedagogista”.