L’Avis approda al Grest
L’Avis c’è sempre e non conosce vacanza. Non solo per la raccolta del sangue, ma anche per continuare a diffondere, soprattutto tra i più giovani, quei principi di solidarietà che sono fondamento e filosofia quotidiana dell’associazione.
E, così, forte dell’esperienza nelle scuole con “Piacere Avis. E tu?” (quest’anno sono stati oltre 12mila gli studenti incontrati), l’associazione dei donatori di sangue, sempre con l’impegno della Commissione Scuola e il supporto dei formatori dell’Università Cattolica di Brescia, fa breccia nei Grest e nei Cre. Sono già circa 1.800 i bambini e ragazzi incontrati nei 24 incontri proposti dalla metà di giugno con il progetto, “Quest’estate ho ricevuto un dono: ho incontrato Avis”.
Il progetto mira ad avvicinare i giovani non solo per parlare della propria missione, ma anche per far capire loro che la solidarietà può essere declinata in molte forme, cominciando dal cogliere necessità e difficoltà di chi ci sta accanto.
“Concluderemo questa esperienza il 26 luglio – spiega la dottoressa Cristina Zaniboni, coordinatrice del progetto per l’Università Cattolica – e i rimandi sono già decisamente positivi, perché la proposta è stata accolta con curiosità e entusiasmo. Ci siamo rivolti soprattutto a bambini e ragazzi delle elementari delle medie e in qualche caso anche ai piccoli della scuola dell’infanzia. Il coinvolgimento dei 650 animatori ci ha permesso di ampliare ulteriormente il nostro intervento, anche con momenti di formazione specifica che li hanno portati a creare in prima persona alcuni momenti nei nostri interventi”. Due i format proposti: i laboratori per tradurre sensazioni e riflessioni in cartelloni e disegni, con lavori di gruppo, e l’approccio ludico del Grande gioco Avis. Quest’ultimo ha stimolato ancora di più i ragazzi nell’interpretazione della funzione di Avis nella collettività e dei bisogni sanitari a cui si cerca di dar risposta. Nasce quindi nella fantasia dei giovani il ruolo e l’identikit del donatore.
“Questa seconda formula è particolarmente apprezzata perché si sviluppa attraverso giochi classici, abbinati a domande sull’attività dell’associazione. Solo successivamente si entra nel dettaglio e vengono date maggiori spiegazioni”. Tutto tra una ruba bandiera e un trasporto d’acqua per simulare il trasporto delle sacche di sangue. Un approccio interattivo apprezzato da bambini, ragazzi e animatori, coinvolti dalla Valcamonica alla Bassa.
“Un ringraziamento particolare va alle sezioni Comunali – continua Cristina Zaniboni – che si sono fatte tramite tra noi e i centri estivi, non solo proponendo il nostro progetto, ma portando anche la loro testimonianza di avisini, declinando l’impegno e la solidarietà non solo attraverso la donazione di sangue”. L’altruismo si impara anche giocando.