L'arte di Paladino dialoga con la città
Si inaugura questa sera "Mimmo Paladino Overture Brescia", prima tappa di Brixia Contemporary, il progetto pluriennale pensato da Brescia Musei
I primordi a colloquio con il contemporaneo, in un progetto che “ha l’ambizioso obiettivo di trasformare la città con uno sguardo”, secondo lo slogan che accompagna Brixia Contemporary, il progetto pluriennale messo a punto da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia che apre oggi con “Mimmo Paladino Overture Brescia” Massimo Minini, presidente di Fondazione Brescia Musei, spiega la ratio del grande progetto che prende il via ospitando in diversi spazi della città le opere di Mimmo Paladino, l’artista nato a Paduli (Benevento) nel 1948, uno dei rappresentanti più affermati della Transavanguardia. “Vorremmo che ogni anno un artista di fama internazionale – sono ancora parole di Minini - fosse chiamato a svelare un nuovo punto di vista sullo spazio urbano del centro storico bresciano, grazie al dialogo tra le opere selezionate e create per l’occasione e i luoghi che le accoglieranno. Il risultato che vorremmo ottenere sarà un percorso d’artista, che dal cuore istituzionale della città conduca al Parco Archeologico e al Museo di Santa Giulia. Un viaggio a ritroso da Brescia a Brixia, attraverso la mediazione e la sensibilità di un grande artista del presente”. L’artista selezionato per il 2017 è Mimmo Paladino. Una scelta assolutamente non casuale: “Paladino ci è parso perfetto per inaugurare questo ambizioso progetto – dice Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei e curatore della mostra - per la sua capacità di alimentare la storia, trasformando i simboli della cultura figurativa del mediterraneo, dagli archetipi al Novecento”. Paladino è personalmente legato a Brescia. Qui, quarant’anni fa, tenne la sua prima personale importante, momento fondamentale per la sua carriera di artista oggi di fama mondiale. Il percorso “firmato Paladino”, che nei giorni dell’allestimento ha suscitato molta curiosità, si espande da Piazza della Vittoria, simbolo ancora discusso ma oramai affrancato della retorica piacentiniana, tra Piazza della Loggia, sede della amministrativa città, e il Duomo e l’intero complesso archeologico-museale di via dei Musei.
In piazza della vittoria Paladino posizionerà sei tra i più celebri totem della sua poetica: una riedizione bresciana del Sant’Elmo e lo Scriba, che, per dimensioni e collocazione, connoteranno in modo estremamente plastico la grande geometrica Piazza. Poi il gigantesco Zenith, la scultura equestre in bronzo e alluminio del 1999, alta quasi 5 metri, il grande Anello e, in una superficie liquida, la Stella. A campeggiare sul basamento che fu del contrastato “bigio” di Arturo Dazzi, rimosso dal Consiglio Comunale nel 1946, “Stele”, imponente figura in marmo nero, realizzata appositamente per l’occasione, che riporta alla tradizione della grande avanguardia del Novecento. Il Duomo vecchio ospita l'installazione "Stabat mater" che l'artista beneventano ha pensato come omaggio a Paolo VI. I 20 Testimoni del 2009, opere in tufo dal richiamo archetipico, sono destinati ad accogliere i visitatori nell’area archeologica del Capitolium. Nella prima Sala del Tempio, e qui si entra nel cuore più segreto di Brixia, Paladino ha voluto proporre gli evocativi 4 Corali del 1997, opere a tecnica mista su foglia d'argento su tavola e Senza titolo, egualmente del 1997, grande serigrafia e olio su tela. Nel Sancta Sanctorum dello stesso Capitolium, ovvero nella cosiddetta Quarta Cella , la divinità è evocata da Ritiro, 1992, colosso in bronzo dipinto. Cinque Specchi ustori in ottone, serigrafia e pittura di ben 5 metri di diametro ciascuno, sono stati realizzati da Paladino appositamente per il Teatro Romano di Brescia e costituiscono davvero una delle principali attrazioni dell’evento. La tappa successiva è al complesso museale di Santa Giulia, dove architetture e testimonianze romane convivono con quelle longobarde, rinascimentali e via via settecentesche, creando una sintesi perfetta e armonica di stili, epoche e atmosfere. Paladino e Di Corato hanno scelto questa volta di connotare in modo specifico i luoghi di più intensa suggestione dell’antico complesso monastico ora museale, a partire dal Chiostro di Santa Maria in Solario dove campeggia la Grande figura reclinata, bronzo dipinto del 1990.
Un altro grande bronzo inedito del 2016 vigilerà sul Chiostro Rinascimentale, mente la Grande Figura in vetro e acciaio del 2015 osserverà, nel Coro delle Monache, la Croce del 2008 in ferro patinato, appiattita sull’antico pavimento in pietra e in dialogo con l’immensa crocifissione cinquecentesca del Ferramola cha la sovrasta. Lo scabro nitore longobardo di San Salvatore, cuore del sito Unesco bresciano con i suoi elegantissimi stucchi, si coniuga perfettamente con il Velario, tela dipinta del 2010, e d’altra parte con la Testa in pietra del 1992. Un altro grande Bronzo del 2002, nella Cappella di Sant’Obizio, rende tridimensionale un particolare dell’affresco del Romanino. Coinvolge la poetica presenza del Senza titolo, la celebre figura in bronzo circondata da uccellini del 2002, collocato nella Cripta. Presentando alla stampa il percorso espositivo, prima dell’apertura al pubblico di questa sera, Luigi Di Corato, curatore della mostra, ha sottolineato il dialogo che si è creato tra l’arte contemporanea, rappresentata dalle opere di Paladino, e il passato storico-artistico della città ha consentito un nuovo disegno degli stessi di Brescia.Il sindaco Emilio Del Bono ha sottolineato come l’iniziativa “Mimmo Paladino. Overture Brescia” rappresenti una nuova tappa che la città ha intrapreso verso una nuova vocazione turistico-culturale, “un tassello importante – ha ricordato – per avanzare in tempi brevi la candidatura di Brescia a capitale italiana della cultura”.