Il quartiere della Bornata in festa
A tutti gli abitanti della parrocchia di Santo Stefano alla Bornata è stata recapitata in questi giorni una lettera di invito per celebrare i 50 anni dalla consacrazione della bella chiesa in stile moderno, edificata a metà degli anni Sessanta, e benedetta l’8 dicembre del 1968 dal vescovo di Brescia, mons. Luigi Morstabilini
Sabato 8 dicembre nella chiesa di via Bonatelli 16, che sorge tra le case sui Ronchi appena sopra Borgo Wührer, è prevista alle ore 11 la Messa solenne, presieduta dal Vicario generale della diocesi mons. Gaetano Fontana e concelebrata dal parroco don Pierantonio Bodini e dai sacerdoti che, in anni passati, hanno svolto il loro servizio a Santo Stefano. Alle 12,30 ci sarà il pranzo comunitario in oratorio. Il ricavato andrà alle missioni in Ecuador dell’Operazione Mato Grosso. Una mostra fotografica allestita nella chiesa illustra con immagini d’epoca la posa della prima pietra e la consacrazione della chiesa.Per l’occasione il pittore Adriano Zordan, con abitazione e studio in via Santelle, ha donato alla parrocchia tre quadri che illustrano il paesaggio dei Ronchi prima che le attuali residenze inglobassero le rare cascine dei “roncari”, che sorgevano alle pendici della Maddalena. Zordan è stato testimone anche dell’addio dell’ultimo “roncher”, Giovanni Mosca detto il “Bani”, gente laboriosa che coltivava vite, cavolfiori, piselli, pomodori, ecc. Nell’Ottocento i prodotti primaticci dei colli di Brescia erano esportati anche all’estero, tale era la qualità dell’ortofrutta locale.
Il quartiere della Bornata è sorto dalla fine degli anni Cinquanta sui declivi tra Villa Barboglio, che si affaccia sul vigneto coltivato dagli alunni dell’Istituto agrario Pastori, e via Santelle, la stradina in acciottolato che saliva sui Ronchi. L’aumento della popolazione convinse il vescovo del tempo, mons. Giacinto Tredici, a prevedere la nascita di una nuova parrocchia, che nel 1963 si affiancò a quella di San Francesco di Paola. Sorse prima una scuola per l’infanzia e una chiesetta prefabbricata in legno, che ben presto fu insufficiente. Nel 1966 si inaugurò l’oratorio e nel 1968 mons. Luigi Morstabilini consacrò la nuova chiesa, progettata, in bello stile moderno “a capanna”, dall’ing. Giovanni Minelli ed abbellita da affreschi di Oscar Di Prata, il noto pittore bresciano che fu tra i nuovi abitanti del quartiere. Le nuove famiglie portarono nuova vita, altre abitudini che vennero a cancellare, con l’espansione edilizia, la vita degli abitanti delle poche cascine sparse sui Ronchi. Nel 1989 una di queste cascine diventerà la casa provincializia e la sede del noviziato delle Pie Madri della Nigrizia, le suore Comboniane.
Ora, dopo 50 anni, il quartiere registra un considerevole invecchiamento della popolazione. La scuola elementare, aperta nelle aule dell’oratorio nel 1966, è stata chiusa nel 2001; oggi i ragazzi residenti alla Bornata frequentano le elementari Collodi, sopra Viale Venezia e il catechismo negli Oratori vicini. Anche la parrocchia di Santo Stefano è ora aggregata a quelle di S. Francesco di Paola e del Buon Pastore a fianco dell’istituto Comboni. Don Pierantonio Bodini è il parroco delle tre comunità e si avvale della collaborazione di don Armando Nolli, don Giancarlo Toloni e don Pierino Zani. La festa di sabato prossimo, che sarà accompagnata da un momento musicale con i percussionisti della Scuola della Banda cittadina, sarà anche un’occasione per fare incontrare gli abitanti più anziani con i giovani sposati altrove e ricordare i vecchi tempi. Il lancio dei palloncini e una partita di calcio per i ragazzi allieterà il pomeriggio.