Il passato che si apre al futuro
Al civico uno di via Gabriele Rosa, presso la sede del consiglio centrale di Brescia della Società di San Vincenzo De Paoli e dove per lunghi anni Casa Ozanam ha testimoniato la propria passione caritativa, a partire dal mese di settembre prossimo, verranno accolti giovani appena neomaggiorenni, in uscita dalle comunità educative o in situazioni di disagio seppur limitato, unitamente ad altri giovani studenti universitari o lavoratori tra i 18 ed i 25 anni. Ai primi saranno destinati tre mini alloggi, mentre i secondi saranno ospitati all’interno di una unità abitativa, dotata di spazi comuni e di quattro camere singole.
“Casa Base”, così è la denominazione significativa di tale iniziativa, nasce infatti dalla collaborazione tra la Società di San Vincenzo De Paoli, che ha messo a disposizione la struttura logistica, con la Fondazione Opera Caritas San Martino e con l’Opera Pavoniana. Si tratta, in tutta evidenza, di un progetto particolarmente innovativo e del tutto originale, almeno in ambito ecclesiale bresciano. Perché questa sinergia tra realtà e soggetti educativi caratterizzati da un preminente impegno sociale, soprattutto sul terreno della marginalità e del disagio? Solo per occupare uno spazio vuoto, recentemente resosi libero per il trasferimento nella nuova sede della ben nota casa di accoglienza? Certamente no! Il progetto, a ben vedere, trae ispirazione da una felice intuizione e convinta sollecitazione del Vescovo, mons. Pierantonio Tremolada, a fronte delle crescenti difficoltà dei giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro e, più ampiamente, nella società presente. Il lavoro successivo di riflessione ha impegnato la conferenza San Paolo VI dell’Università Cattolica, sede di Brescia, d’intesa e in raccordo con il consiglio centrale della San Vincenzo bresciana, con la Caritas diocesana e l’Opera Pavoniana, orientandosi in una duplice direzione: anzitutto la realizzazione di una casa in co-housing per neomaggiorenni in uscita da tutela minori e giovani interessati a vivere un’esperienza comunitaria e di servizio, ed in secondo luogo nella prospettiva di condurre una ricerca, rigorosamente scientifica e non solo di carattere sociologico, con il coinvolgimento di qualificati docenti e ricercatori, ma anche studenti della sede bresciana dell’Università Cattolica. Non si può non riconoscere come questo progetto, sinergico e suggestivo, connotato da una duplice intenzionalità e passione, quale quella educativa e caritativa, si radichi nel solco di una fertile e operosa, ma al tempo stesso lungimirante e dinamica tradizione, la tradizione vincenziana, le cui origini risalgono alla testimonianza carismatica e profetica di Federico Ozanam, dapprima studente negli anni Trenta dell’Ottocento presso la Sorbona di Parigi e poi professore universitario nello stesso ateneo. Fu proprio il fondatore della San Vincenzo a intuire pionieristicamente quanto e come potesse contribuire in modo determinante alla formazione e all’educazione dei giovani un generoso impegno caritativo e assistenziale, coerentemente ispirato, appunto, al Vangelo della carità. L’iniziativa di “Casa Base”, ormai prossima al suo avvio, che vedrà impegnati alcuni giovani a servizio di altri giovani, pare dunque coerente con la rinnovata attitudine, vocazione, passione vincenziana.