Il mestiere del presidente
Proseguono i dibattiti promossi da "Voce" verso le amministrative 2019. Gli ospiti del terzo appuntamento sono Roberto Cammarata, presidente del Consiglio comunale e di Brescia, e Erica Bui, presidente del Consiglio comunale di Ospitaletto
Dopo due dibattiti con alcuni sindaci del Bresciano, in vista delle elezioni del 26 maggio prossimo, gli approfondimenti di “Voce” per conoscere la macchina amministrativa si sono conclusi con un focus sulla figura del presidente del Consiglio comunale, obbligatoria in tutti quei Comuni sopra i 15mila abitanti. Ospiti del dibattito sono stati Roberto Cammarata ed Erica Bui, chiamato a presiedere l’aula consiliare di Palazzo Loggia il primo, e il Consiglio di Ospitaletto la seconda. Moderati dal direttore, don Adriano Bianchi, e da Massimo Venturelli, i due presidenti hanno delineato competenze e responsabilità di un ruolo che si configura innanzitutto come “super partes” e che, al pari della figura del sindaco, garantisce l’equilibrio necessario nel dibattito consiliare.
Come nasce la volontà di impegnarsi per il bene comune?
Cammarata: Ho iniziato la mia esperienza amministrativa circa 20 anni fa come consigliere di circoscrizione. Oggi queste realtà sono state soppiantate, per dare spazio alla partecipazione e al coinvolgimento della cittadinanza, dai Consigli di quartiere. Dall’esperienza delle circoscrizioni sono giunto in Broletto per svolgere per un quinquennio il ruolo di consigliere provinciale. Al termine di quella esperienza ho avuto l’onore di essere nominato dal sindaco Del Bono presidente della Fondazione Asm, un’altra realtà significativa, non solo in campo culturale, per quanto riguarda il sociale. In modo quasi naturale è nata la mia candidatura a presidente del Consiglio comunale di Brescia.
Bui: Sono una neofita della politica. Il mio percorso nasce dall’impegno nel sociale, dalla collaborazione con oratori, scuole e associazioni in qualità di psicologa. È arrivato poi l’invito del sindaco a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio comunale, che mi ha permesso, oggi, di impegnarmi sempre per il prossimo ma in un’altra ottica. Ho potuto così calare la mia esperienza nel vissuto della comunità, a livello amministrativo.
Nonostante i cambiamenti legislativi, il Consiglio comunale può ancora determinare le sorti di una amministrazione. Qual è lo stato di salute di questi organismi?
Cammarata: Il Consiglio comunale gode di buona salute, dopo una fase di assestamento conseguente all’approvazione della legge sull’elezione diretta dei sindaci, in cui i Consigli si erano sentiti depotenziati, avendo perso quella centralità di luogo in cui si formavano le maggioranze. Oggi non è più così. Certo, è venuta meno la caratterizzazione legata all’espressione del potere in sé, ma al contempo il Consiglio comunale non è stato privato delle sue competenze. Le realtà che funzionano bene sono quelle consapevoli delle proprie pertinenze, che sono fondamentalmente due: una di indirizzo politico e un’altra di controllo. Se queste due prerogative vengono interpretate in modo corretto i Consigli non possono che funzionare in modo equlibrato. Ciò che mi attrae maggiormente del mio incarico è la gestione della complessità dei consigli. Se la giunta, magari una monocolore o frutto di una coalizione politica, è espressione di uno schieramento omogeneo, il Consiglio è il luogo dove si esprimono le opinioni, e quindi la rappresentanza della pluralità di cui è composta la città. Se vogliamo scomodare i classici, possiamo dire che i Consigli, oggi, sono il luogo della politica interpretata meno come pòlemos e più come polis.
Bui: Lo stato di salute dei Consigli è collegato al coinvolgimento dei giovani. Per tale ragione abbiamo iniziato a interagire con i bambini delle scuole medie. Si interfacciano con l’amministrazione attraverso una curiosità che negli adulti spesso è venuta meno.
L’esperienza del Consiglio dei ragazzi come va?
Cammarata: Io ho avuto la fortuna negli anni scorsi di svolgere il ruolo di tutor del Consiglio comunale dei ragazzi, conoscendo tale realtà al di fuori dall’amministrazione ma all’interno di quell’esperienza partecipativa. Mi ha dato tantissimo. È uno straordinario strumento di educazione civica. I ragazzi che partecipano a quel progetto a Brescia sono 50. Gli studenti hanno la possibilità di comprendere il meccanismo democratico attraverso la rappresentanza, il funzionamento della macchina amministrativa. Negli scorsi anni, ad esempio, alcuni studenti hanno spinto l’amministrazione a costruire aree verdi in cui giocare che fossero accessibili a tutti, anche ai portatori di disabilità. Un’altra iniziativa nata per volontà dei giovani studenti è il castagneto in Maddalena.
Bui: Non abbiamo un Consiglio comunale dei ragazzi, ma nei giorni scorsi ha preso avvio una collaborazione con un istituto scolastico. Le iniziative partiranno dai ragazzi, per tale ragione sarà maggiormente coinvolgente.
Come giungono le tematiche in aula consiliare? La cittadinanza come può intervenire?
Cammarata: In virtù delle dimensioni della città si fa tutto più complesso. I canali attraverso i quali arrivano gli argomenti in discussione sono molteplici. Sussistono vie più interne al confronto politico/partitico – mozioni e odg – e canali legati al sistema partecipativo: pensiamo alle petizioni attraverso le quali la cittadinanza può porre una questione all’attenzione del Consiglio comunale, chiedendo una presa di posizione su un determinato tema. Il Comune ha l’obbligo di discuterlo all’interno di una commissione dedicata portandolo poi in Consiglio. Il lavoro preliminare delle Commissioni, in vista della discussione in aula, è importantissimo. A Brescia abbiamo anche i Consigli di quartiere che se da un lato rendono il sistema più complesso dall’altro sono realtà con grandi potenzialità.
Bui: Durante le periodiche riunioni di maggioranza emergono i temi principali da affrontare. A queste si aggiunge la Conferenza dei capigruppo, dove si ha un libero confronto che vede l’interlocuzione fra tutte le forze presenti in Consiglio. Le posizioni delle minoranze del resto sono fondamentali. Si può essere d’accordo o meno, ma sono comunque una delle maggiori garanzie dell’operato democratico del Consiglio. Se un cittadino vuole far giungere un determinato tema in aula consiliare non deve fare altro che passare dall’Ufficio protocollo.
Cosa bolle in pentola rispetto al dibattito consiliare?
Cammarata: Il tema dell’allocazione delle risorse fa sempre da sfondo…A questo è collegata la qualità dei servizi forniti ai cittadini. I temi preminenti? Senza dubbio la mobilità che, se vogliamo, si declina in due ambiti. A breve presenteremo una mozione per promuovere la mobilità elettrica che, non dimentichiamolo, significa migliore qualità dell’aria. Dall’altro lato sussiste il progetto dedicato alla rete dei tram a integrazione del metrobus. C’è poi il tema stadio. È sulla bocca di tutti e non può che essere all’attenzione del Consiglio. Se tutto va per il verso giusto ci ritroveremo il Brescia in Serie A nella prossima stagione. Lo stadio ha sicuramente bisogno di un ammodernamento, non solo per quanto riguarda la messa a norma. È necessario fornire il contesto giusto alla squadra cittadina che, di riflesso, ci rappresenta in un panorama più ampio.
Bui: Senza dubbio tiene banco il tema Esselunga. Stiamo cercando di mediare fra le parti. Non è una questione che riguarda solo Ospitaletto, coinvolge anche i territori limitrofi. È una questione delicata che stiamo tentando di risolvere. Poi, come tutti, non navigando nell’oro, c’è la questione delle finanze. La coperta è sempre un po’ corta.