Il Festival dell'economia? Ben venga
Le prime reazioni alla proposta del sindaco Del Bono e del collega Gori di Bergamo di ospitare in tandem la manifestazione qualora dovesse lasciare Trento
La notizia che la giunta provinciale di Trento, nonostante gli esiti positivi dell’ultima edizione, non ha rinnovato il mandato per il Festival dell’economia ai suoi storici organizzatori, l’editore Giuseppe Laterza e l’economista Tito Boeri, ha stuzzicato l’interesse di Brescia e Bergamo e dei sindaci Del Bono e Gori che, forti dell’esperienza che ha portato le due città insieme ad aggiudicarsi il titolo di capitali della cultura per il 2023, si sono proposti per accogliere la manifestazione nel caso in cui dovesse lasciare la città trentina. La concorrenza, però è agguerrita: sono una ventina le città che si sono candidate a ospitare un Festival molto ambito anche per l’indotto che produce, calcolato in un introito di 2,3 milioni di euro, il doppio dell’investimento per la realizzazione dell’evento, con la presenza di 50 mila persone durante la durata dell’evento.
La proposta dei due sindaci è stata accolta con grande attenzione a Brescia, dove il Festival sarebbe visto come un’opportunità davvero importante per il rilancio del tessuto economico-produttivo del territorio ed in particolare per il commercio ed il turismo, fra i settori maggiormente colpiti nell’ultimo anno e mezzo dalle restrizioni dovute alla pandemia.
Per questo Confesercenti della Lombardia Orientale auspica vivamente che la candidatura di Brescia ad ospitare la prossima edizione del Festival dell’Economia, possa tradursi in realtà. “Sarebbe un ottimo segnale, e rappresenterebbe un’iniezione di fiducia per le nostre imprese del commercio e del turismo – dichiara la presidente Barbara Quaresmini –, che hanno sofferto pesantemente per gli effetti della crisi legata al Covid , non avendo peraltro ancora potuto ammortizzare le perdite subìte, e che sono impegnate ad imboccare la strada della ripartenza. Il trasferimento del Festival dell’Economia da Trento a Brescia costituirebbe una leva in più per rilanciare l’attrattività del territorio sui mercati nazionali ed internazionali e conseguire quella destagionalizzazione che è fondamentale per tutta la filiera dell'hospitality. Pensiamo alle straordinarie risorse, in termini di cultura, arte, enogastronomia di cui dispone il capoluogo, che, non dimentichiamolo è con Santa Giulia patrimonio mondiale dell’Unesco, ma anche al lago di Garda con i suoi paesaggi straordinari e le sue strutture d’eccellenza, agli altri due laghi e alle montagne, che pure offrono scenari di grande bellezza, dove operano imprenditori accomunati dall’alta qualità delle loro proposte e dall’indubbia professionalità del loro lavoro. Sappiamo che già numerose istituzioni hanno espresso il loro favore verso tale ipotesi: vogliamo portare anche la nostra voce, nella convinzione che, oltre ad essere un’iniziativa di grande valore culturale, tutto il sistema economico bresciano ne trarrebbe beneficio”.
“Come albergatori abbiamo veramente faticato molto anche quest’anno, continuando ad attendere regole certe per evitare ulteriori stop and go, che in molti casi hanno ridotto la nostra categoria allo stremo - aggiunge Giuseppe Caccamo presidente di Assohotel (Associazione Italiana Imprenditori d'Albergo) di Confesercenti della Lombardia Orientale -. Ricordo che quello dell’hospitality è un comparto nevralgico ed assolutamente strategico per l’intera economia, e non soltanto a livello settoriale; pensiamo alle ricadute sulle filiere del commercio, dell’artigianato e dell’industria, dell’enogastronomia, dell’intrattenimento etc. La possibilità di acquisire la titolarità di una rassegna così importante, e nota a livello nazionale, potrebbe rappresentare una svolta per ripartire anche col turismo business ed in stagioni intermedie. I nostri operatori sono assolutamente attrezzati per poter accogliere un evento di tale portata e possono garantire ai visitatori, italiani e stranieri, i massimi livelli di qualità e sicurezza”.