I primi passi del Partito Popolare
Il 18 gennaio alle 18 a Palazzo Martinengo delle Palle in via S. Martino della Battaglia viene presentato il libro, edito da Morcelliana per il Ce.Doc, “Liberi e Forti. I primi passi del Partito Popolare a Brescia”. L'autore, Michele Busi, ha indagato gli sviluppi del partito sul territorio bresciano. In questo articolo spiega il metodo utilizzato
Il volume, pubblicato in occasione del centenario dell’appello “Ai liberi e forti” e della nascita del Partito Popolare Italiano, intende indagare i primi sviluppi del partito sul territorio. Dopo gli studi condotti qualche decennio fa sulle origini del Partito Popolare a Brescia (in particolare negli anni Sessanta da Afra Vezzoli e negli anni Ottanta da Mario Faini) non è più stato svolto un lavoro approfondito che si sia occupato in particolare della ramificazione del partito, avvenuta nelle varie realtà con modalità variegate e intensità differenti. La ricerca si focalizza sulle vicende relative all’anno 1919, soffermandosi sull’analisi del periodo che va dai passi iniziali del partito fino al buon risultato conseguito da esso nella consultazione elettorale nazionale del 16 novembre, che portò all’elezione in provincia di Brescia di 4 deputati del Partito Popolare. L’anno preso in considerazione prefigura già molte di quelle vicende che accompagneranno negli anni successivi la vita politica della provincia e dell’intera nazione. Fra i vari temi affrontati, si analizza in particolare quello relativo al rapporto dei popolari bresciani con le altre forze politiche. A Brescia i cattolici provenivano da una consolidata esperienza di governo – nata in funzione antizanardelliana – con i liberali moderati. Si evidenzia come emerga una diversità di approccio, soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta “tattica elettorale”, tra la città e altre zone della provincia (in particolare la Valcamonica), in cui maggiore era l’esigenza che il nuovo partito si ponesse in netta discontinuità rispetto alle altre forze politiche, compresi gli stessi alleati moderati. Per seguire i primi passi dell’azione del Partito Popolare ho utilizzato soprattutto l’organo ufficiale del partito, ossia il quotidiano “Il Cittadino di Brescia” e, in modo particolare, quando si sono affrontate polemiche politiche o scelte elettorali strategiche, mi sono servito anche di altre fonti, in primis del quotidiano zanardelliano “La Provincia di Brescia” e di quello liberale “La Sentinella bresciana” oltre che del settimanale “La Voce del Popolo”. Per dare conto degli orientamenti dei cattolici camuni è stata utile la consultazione del settimanale “La Valcamonica”. Il Partito Popolare Italiano ha costituito una rilevante novità nel panorama politico nazionale; molti cattolici hanno trovato (o ritrovato) attraverso di esso la passione per l’impegno diretto in politica. L’intento del volume è di ricordare anche l’impegno delle persone che con il loro lavoro sul territorio hanno contribuito in modo essenziale alla costruzione dell’importante storia di questo partito.