Gli imprenditori non sono razzisti
Prese di posizioni bresciane dopo la polemica causata da un'azienda che impone ai suo fornitori di non servirsi di corrieri di colore. Le reazioni di Roberto Zini, del sindaco di Lumezzane e dei parlamentari Borghesi e Formentini
Sulla notizia si sono gettati nel giro di poche ore tutti i media del Paese. In un momento storico in cui il tema “stranieri” divide il Paese, la notizia che una azienda bresciana avesse diffidato i propri fornitori dal servirsi di corrieri “di colore, pakistani, indiani e simili per la consegna delle merci acquistata, era di quelle destinate ad avere una grande eco mediatica. Cosa che di fatto è avvenuta. Le reazioni non sono mancate, soprattutto a Brescia, dove diverse voci si sono levate per stigmatizzare l’episodio, ma anche per dire no a chi ha cercato di fare ogni erba un fascio.
Roberto Zini, presidente di Farco Group e vice presidente di Aib, ai microfoni di Radio Voce ha ricordato come quello imprenditoriale bresciano sia un mondo tradizionalmente aperto all’accoglienza e che riconoscere l’importanza della presenza dei lavoratori stranieri nel sistema produttivo locale. Ha anche ricordato lo sforzo che il mondo della produzione, insieme a tante altre realtà e istituzioni del territorio, ha profuso per cercare di conoscere e comprendere il tema delle migrazioni e tutti i fenomeni a esso collegato. “Non credo che la notizia che in queste ore è su tutti i media nazionali – ha sottolineato Zini – possa essere usata per un giudizio generalizzato su chi nel Bresciano fa impresa. Le vicende delle nostre aziende, dei nostri imprenditori sono segnate invece da storie di sana e virtuosa integrazione.
Alberto Pluda, leader della Cisl bresciana, sottolinea "l'importanza di lavorare per la solidarietà, l'inclusione e la partecipazione". Enzo Torri, vice direttore dell'Ufficio per l'impegno sociale della diocesi, parla di un episodio "completamente fuori dal mondo: significa non capire dove stiamo andando".
“Conosco la realtà lavorativa protagonista della vicenda è, a mio modesto parere si tratta di una tempesta in un bicchiere d’acqua”. Questo il commento di Josehf Facchini, da poche settimane sindaco di Lumezzane, realtà in cui è esplosa la polemica. “Chi conosce Lumezzane – ha continuato - sa che è la patria della casa-officina, dove l’imprenditore è il primo a stare in fabbrica e l’ultimo ad andare via perché ama ciò che fa ed è una persona che si dà da fare con impegno. È chiaro che condanno ogni episodio di razzismo e discriminazione. Mi auguroche il caos mediatico a livello nazionale non finisca per strumentalizzare una realtà produttiva e positiva come quella lumezzanese”.
Una ferma condanna a ogni forma di razzismo arriva anche dai parlamentari bresciani Stefano Borghesi e Paolo Formentini della Lega. “È importante – ricordano in un comunicato stampa - che questa vicenda non venga strumentalizzata per stravolgere l'immagine di una realtà produttiva come quella di Lumezzane e colpevolizzare, a torto, la figura degli imprenditori della Valtrompia”.