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Brescia
di REDAZIONE 20 mag 2024 07:54

Garanti in campo contro la crisi delle carceri

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Come già accaduto lo scorso 18 aprile, i Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale sono tornati a far sentire la loro voce per portare l’attenzione sulla grave situazione che affligge gli istituti di pena italiani, denunciata lo scorso marzo anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva espresso parole di forte preoccupazione e accorate richieste di interventi migliorativi, nell’ottica di una piena implementazione dei principi costituzionali e, in particolar modo, del rispetto di quanto sancito dall’art. 27 della Costituzione.

“I gravi problemi che da tempo sono denunciati da garanti, addetti ai lavori e, non ultimi dai detenuti stessi sono ormai noti e la mancanza di risposte adeguate non può più essere ricondotta a eventuali necessità di approfondimento e analisi degli stessi – ha affermato Luisa Ravagnani, Garante dei detenuti del Comune di Brescia in un comunicato emesso in occasione della giornata di mobilitazione nazionale del 18 maggio - . Pare allora non sia più tempo di parlare di emergenza ma, nella migliore delle ipotesi, di disinteresse politico nei confronti di detenuti, agenti di polizia penitenziaria, personale che opera negli istituti e, di conseguenza, della collettività esterna”. Il preoccupante numero di suicidi all’interno della popolazione detenuta (già 34 da inizio anno) rappresenterebbe per il Luisa Ravagnani solo la punta di un enorme iceberg costituito da una lunga lista di sofferenze aggiuntive, troppo spesso insostenibili, che i detenuti sono costretti a sopportare ogni giorno e con loro il personale di polizia penitenziaria che vive gli istituti tanto quanto le persone recluse. Sovraffollamento delle strutture carcerarie, difficile accesso alle misure alternative per arrivare alla necessità di inserire una nuova disciplina relativa alle telefonate che, come nella maggior parte dei Paesi europei, dovrebbero essere illimitate, almeno per i detenuti comuni sono le problematiche che per i Garanti necessitano urgente e improcrastinabile soluzione. La possibilità di sentire quotidianamente i familiari – continua ancora la Garante dei detenuti del Comune di Brescia - risulta infatti un forte elemento di riduzione dello stress inframurario e rafforzamento dei legami familiari, necessari per un efficace reinserimento post pena”. Luisa Ravagnani, in linea con le richieste della Conferenza nazionale dei garanti, ha ricordato come la situazione bresciana sia certamente fra le più difficili nel panorama nazionale tanto da chiedere un intervento immediato ed efficace per la riduzione dei numeri delle presenze negli istituti cittadini.

La nota della  Garante dei detenuti del Comune di Brescia si richiama in larga parte al documento “Indignarsi non basta più!” che la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha predisposto per la mobilitazione del 18 maggio scorso, in cui, a fronte delle criticità denunciate, vengono anche elencate alcune proposte concrete come l’approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento, partendo dalla discussione e dall’approvazione parlamentare di misure immediatamente deflattive del sovraffollamento e facilmente applicabili, come la proposta, presentata dall’On. Giacchetti quale primo firmatario (AC 552), di modificare l’istituto della liberazione anticipata e prevedendo uno sconto di ulteriori 30 giorni a semestre, per i prossimi due anni, rispetto a riduzioni già concesse dal 2016 ad oggi (30 + 45). Tra le proposte avanzate anche la garanzia dell’accesso alle misure alternative ai detenuti che, tra quei circa 30mila che stanno scontando una pena/o un residuo di pena inferiore ai tre anni, si trovano nelle condizioni di potervi accedere. Di questi, 5.080 detenuti devono scontare appena 8 mesi di carcere. I Garanti delle persone private della libertà personale propongono anche di attenuare la circolare sul riordino del circuito della media sicurezza (DAP circ. n. 3693/6143 del 18 luglio 2022), visto che la maggior parte dei detenuti si trova a trascorrere circa 20 ore in celle chiuse. È necessario garantire diverse attività trattamentali: progetti di inclusione socio-lavorativa, attività culturali, ricreative, relazionali. Per ultimo, come si legge nel documento, “risulta di importanza fondamentale il tema dell’affettività in carcere”. La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, infatti, sottolinea che, ancora oggi, né in via amministrativa né in via legislativa si è inteso prendere posizione sulla sentenza auto applicativa della Corte costituzionale n. 10 del 2024 in tema di tutela del diritto all’affettività delle persone detenute e del diritto a colloqui riservati e intimi (senza controllo visivo). “Occorre da subito,- continua il documento - aumentare le telefonate e le videochiamate, soprattutto in casi specifici, perché questo rappresenta un ulteriore modo per tutelare l’intimità degli affetti dei detenuti. Inoltre, occorre che la Magistratura di Sorveglianza si impegni ad aumentare i giorni di permesso premio per i ristretti”.

REDAZIONE 20 mag 2024 07:54