Formarsi per poter aiutare
Un corso per volontari in ambito penitenziario perché acquistino le competenze per il servizio in carcere e per accompagnare i detenuti al di fuori
Un corso formativo per volontari in ambito penitenziario, perché acquistino le competenze necessarie per muoversi nel carcere e per assistere i detenuti anche al di fuori, evitando passi falsi e improvvisazioni: parte domani sera “Farsi prossimi con competenza. Percorso per volontari in ambito penitenziario” che durerà fino al 24 novembre, per quattro venerdì dalle 18.30 alle 20, all’istituto Missionari Comboniani di viale Venezia, 112. Questa sarà la prima parte attinente al diritto (l’anno prossimo, invece, partirà la seconda, più motivazionale, che verterà sul valore del volontariato) dell’iniziativa proposta dall’Unione Giuristi Cattolici, la Caritas Diocesana e il Vol.Ca (Volontariato Carere) ODV di Brescia, rivolta a tutti coloro che sentono di voler intraprendere un percorso di formazione per diventare volontari fuori e dentro le carceri. “Noi Unione Giuristi Cattolici prestiamo attenzione agli ultimi e ai fragili, mettendo la nostra professionalità al servizio della formazione di chi ne necessita” ha affermato la presidente dell’Unione Silvana Bini.
Il corso si impegna, infatti, a fornire ai volontari la conoscenza delle norme fondamentali relative all’ordinamento penitenziario, all’esecuzione della pena, alle figure che operano all’interno degli istituti penitenziari e agli aspetti più importanti per sostenere efficacemente le persone detenute, sia nel periodo della custodia cautelare sia in quello dell’esecuzione penale per favorirne il reinserimento nella società. Avere volontari formati quindi è “fondamentale – ha aggiunto Marco Danesi, vicedirettore di Caritas Diocesana – perchè il volontario svolge un’azione di supporto al detenuto sia dentro la struttura carceraria, sia fuori, in fase di accompagnamento al reinserimento sociale, che è la parte più critica, dove se lasciato solo rischia la recidiva, quindi, il volontario è essenziale per offrire percorsi e stimoli alternativi di rieducazione”. Un ruolo perciò “di grande responsabilità e delicatezza, per questo necessita di una formazione permanente e consapevole – ha spiegato la presidente del Vol.Ca (Volontariato Carcere) ODV Caterina Vianelli. Crediamo molto nel recupero della persona che ha commesso reato, per questo il volontario diventa un punto di riferimento per il detenuto”.
Attenzione però “la figura del volontario non deve andare a sostituire quella dell’avvocato: non deve dare consigli legali, ma capire, comprendere e raccogliere le esigenze del detenuto in modo da poterle poi riferire in maniera corretta a educatori, direzione del carcere, etc − ha aggiunto l’avvocato Alessandro Bertoli coordinatore del corso −. Durante gli incontri, tratteremo anche il tema della giustizia riparativa, una novità introdotta dalla riforma Cartabia ancora in fase di sperimentazione: vogliamo dare ai volontari un’infarinatura anche su questo argomento perchè può essere che i detenuti facciano poi domande a riguardo. Inoltre, la Caritas di Bergamo ha già costituito da anni un centro di giustizia riparativa che sta lavorando bene, perciò potremmo valutare in futuro di portare quest’esperienza anche a Brescia”. Ventisette le persone già iscritte al corso, maschi e femmine sotto i 50 e sopra i 60 anni (per iscriversi, volca.bs@gmail.com), in partenza quindi, domani con il primo incontro dal titolo “Costituzione e diritto penitenziario” a cura degli avvocati Bertoli e Mauro Bresciani; il 20 ottobre sarà la volta delle “Misure cautelari ed esecuzione penale esterna” con gli avvocati Ennio Buffoli e Stefano Paloschi; a seguire, il 10 novembre “Ultima tra gli ultimi” tenuta da Bertoli e dall’avvocato Gabriella Pezzotta e infine, il 24 novembre “Giustizia riparativa e mediazione penale” con la partecipazione degli Avvocati Alessandro Bertoli, Mauro Bresciani insieme a Filippo Vanoncini co-fondatore e referente del centro di Giustizia Riparativa della Caritas di Bergamo.