Fami, un fondo per le migrazioni
Il “Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020” (Fami)” è uno strumento finanziario istituito con Regolamento Ue n. 516/2014 con l’obiettivo di promuovere una gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, integrazione e rimpatrio. A Brescia ha trovato casa, è proprio la parola giusta, in Isb (Immobiliare sociale bresciana) che è diventata Ente capofila anche per realtà a livello nazionale, per il completamento dell’autonomia di soggetti già in parte integrati operando quindi sulla parte “mancante” o comunque meno stabile dei percorsi individuali. Immobiliare sociale bresciana è un consorzio di cooperative sociali nato nel 2001 con l’idea di portare avanti sul territorio bresciano attività di housing sociale. Uno degli obiettivi fondanti infatti l’azione di Isb è proprio quello di supportare le comunità locali e favorirne l’integrazione e la coesione sociale occupandosi direttamente del problema dell’abitare. Nel tempo Isb si è fatta carico anche di progetti in ambito sociale come appunto il Fami i.am, attivo dal giugno del 2020 per garantire stabilità a persone titolari di protezione internazionale nella convinzione che casa e lavoro sono i 2 fattori necessari per una reale integrazione.
Il lavoro sviluppato nel Fami i.am, anche in continuità con il percorso che i destinatari hanno svolto nei progetti Sai, mette al centro la persona e il suo progetto di vita. Le provenienze incontrare nel Fami, persone titolari di protezione internazionale, sono diverse. Si tratta infatti di persone la cui vita, nei paesi di origine, è fortemente a rischio per diverse ragioni.
In totale nel progetto sono stati attivati ad oggi 32 percorsi individuali di cui 27 a favore di uomini singoli, 4 a favore di famiglie. In questi ultimi 3 mesi di progetto è verosimile che vengano attivati ulteriori 3 o 4 percorsi. La difficoltà a trovare una soluzione abitativa è senza dubbio uno dei fattori che incide maggiormente sui processi di esclusione sociale, impedendo la stabilizzazione della persona.
Quando si parla di inclusione abitativa delle fasce deboli si rischia di tralasciare il fatto che il mercato privato, nelle sue varie forme, rimane il segmento di offerta quantitativamente più importante e dunque di sovrastimare il ruolo che il cosiddetto social housing può avere nella fase di inclusione abitativa post accoglienza. In Italia lo stock abitativo si caratterizza per una stragrande maggioranza di abitazioni in proprietà e una quantità relativamente ridotta abitazioni in affitto, soprattutto a canone sociale e calmierato, ma anche di mercato. Se ciò ha forse rappresentato un fattore di stabilità per la famiglia tradizionale, costituisce oggi un problema al soddisfacimento delle attuali esigenze abitative, specialmente a fronte di condizioni lavorative precarie e a fasce deboli che non hanno alcuna possibilità di accedere alla proprietà della casa: la situazione è dunque critica. È proprio nei confronti di questa fascia critica di soggetti che Isb continuerà a svolgere con passione e determinazione la sua funzione sul territorio.