Mistero Eucaristico nell'arte
“Il mistero eucaristico nell’arte”. Si intitola così la conferenza che il prof. Fabio Larovere, docente di Storia dei valori artistici del territorio all’Università Cattolica di Brescia, terrà lunedì 27 maggio alle 20,30 nella chiesa di Santa Maria in Calchera. L’appuntamento, con ingresso libero, è promosso dall’Unità Pastorale delle Parrocchie del Centro Storico, nell’ambito delle Giornate eucaristiche. In particolare, l’intervento si concentrerà su due tesori custoditi nella chiesa, ossia la stupenda pala di Girolamo Romanino, dal titolo “Messa di sant’Apollonio” (1521-’23 circa) e la magnifica Macchina delle Quarant’ore, eccezionalmente montata in questi giorni da un gruppo di volontari, per la Solennità del Corpus Domini, nella quale il Vescovo Mons. Pierantonio Tremolada presiederà nella chiesa la celebrazione alla quale seguirà la processione eucaristica cittadina. Si tratta dell’unica macchina presente in città, testimonianza di una devozione importantissima in passato e ancor oggi diffusa nella Diocesi.
Il capolavoro di Romanino, realizzato per l’altare del Santissimo Sacramento della precedente chiesa, raffigura un episodio legato alla leggenda dei Santi Patroni di Brescia. Apollonio, vescovo della città, si trovò una notte privo degli oggetti per celebrare messa. Dopo aver pregato, apparvero una tovaglia di lino, le ostie, il calice e quattro ceri per illuminare. I Santi Faustino e Giovita presero parte all’evento, perché miracolosamente liberati dal cercare nel quale erano stati imprigionati dall’imperatore Adriano. Una variante della leggenda sostiene che Apollonio fu vescovo molti anni dopo la morte dei due fratelli. Quindi, Faustino e Giovita apparvero invocati dalla sua preghiera, portando con loro tutti gli oggetti necessari per la celebrazione eucaristica.
La Macchina delle Quarant’ore, probabilmente databile a fine Ottocento (e forse opera della famiglia Beneduci di Coniolo – Orzinuovi), fu realizzata per aiutare a vivere la secolare e gloriosa preghiera dell’adorazione eucaristica prolungata (40 ore), ma anche per stupire e meravigliare i fedeli con l’imponenza dell’installazione, la ricchezza del registro decorativo e lo sfavillare delle candele. È indubbio che questi apparati artisticamente meravigliosi nutrivano di bellezza la preghiera personale e comunitaria delle comunità. La macchina risulta costituita simmetricamente rispetto a un ipotetico asse verticale passante per il centro dell’altare maggiore. L’apparato presenta i consueti ingressi laterali alle scalette retrostanti, ma colpisce subito la ricchezza di motivi decorativi in legno dorato che impreziosiscono e rendono omogenea quest’area solitamente più sobria. La parte centrale poi esplode in un tripudio di volute, riccioli, fiori, foglie e simboli di vario genere, in legno dorato, che maggiormente risalta sul fondale rosso. Sulla sommità spicca il grande ostensorio in cui il sacerdote espone il Santissimo Sacramento. La macchina è annunciata al fedele da due angioletti inginocchiati che reggono una fiaccola. La serata è una catechesi artistica da non perdere per chi ha la fortuna di poterla osservare, perché non è possibile non rimanere estasiati.