Effetto Covid sulla qualità della vita
Presentato lo studio del Sole 24 Ore. I capoluoghi della Lombardia, Brescia compresa, pagano pesantemente i 9 mesi di pandemia
Dall’ultima settimana di febbraio gli italiani sono stati investiti da un calvario di informazioni su contagi, decessi, affetti spezzati, relazioni sociali sospese, mobilità inceppata, attività economiche a rischio, posti di lavoro bruciati. Tra lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita?
La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori parte proprio da questo interrogativo. L’obiettivo dell’indagine – che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare come la pandemia da coronavirus ha impattato in modo differente sui territori.
Per misurare l’emergenza sanitaria in corso, innanzitutto, è stato inserito tra i parametri l’indice dei casi Covid rilevati ogni mille abitanti, l’unico indice che è stato pesato maggiormente (in pratica, se ogni parametro vale 1/90°, i punti di questa classifica valgono doppio sulla media totale) per testimoniare come la diffusione dei contagi ha esercitato una pressione differente sui sistemi sanitari, sulle vite e sulla quotidianità delle persone.
Le aree tematiche di analisi, tuttavia, rimangono invariate: Ricchezza e consumi; Demografia e salute; Affari e lavoro; Ambiente e servizi; Giustizia e sicurezza; Cultura e tempo libero. La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna, di cui ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre a Bologna, Parma (8ª), Forlì Cesena (14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª). Ad essere penalizzato è soprattutto il Nord dove si registra la diffusione più elevata del virus in rapporto alla popolazione residente. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova.
Colpita anche Milano - vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019 - che perde 11 posizioni, dove cui pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia).
Anche Brescia, come era logico aspettarsi, paga pesantemente l’impatto del Covid sulla qualità della vita, passando dal 12° posto conquistato nel 2019 al 39° di quest’anno.
Queste le posizioni conquistate dalla città nelle aree tematiche che concorrono al risultato finale: Brescia si è collocata in 22esima posizione per quel che riguarda ricchezza consumi; occupa, invece, il 30° posto nel campo dell’ambiente e dei servizi; ancora più bassa è la posizione conquistata nell’area giustizia e sicurezza, dove la città è collocata in 56esima posizione. Nella voce “affari e lavoro”, a conferma anche delle difficoltà denunciate ieri dal presidente uscente di Confindustria Brescia Giuseppe Pasini nel corso dell’assemblea generale della sigla di via Cefalonia, Brescia è al 29° posto.
Bassa la posizione (64esima) che la città occupa in tema di demografia e società; ancora più giù, e questo è il dato veramente sorprendente visto gli oggetti sforzi messi campo e i risultati raggiunti che nemmeno 9 mesi di pandemia possono cancellare, è il posto occupato in tema di cultura e tempo libero: il 74°. Qui Brescia ha pagato pesantemente colpe non sue, visto che a pensare notevolmente, come è possibile leggere nei dettagli della ricerca del quotidiano di Confindustria, sono stati i tanti eventi annullati nel corso di questo 2020.