lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di VITTORIO BERTONI 30 set 2020 09:15

Don Lorini: Dare la vita per gli amici

Don Luca Lorini è stato nominato parroco della Santissima Trinità in città. Sostituisce dal prossimo gennaio don Elio Pitozzi che ha guidato la comunità per 17 anni. Don Luca, classe 1978 è originario della parrocchia di Chiari. È stato ordinato nel 2009 e da allora è curato a Gottolengo, impegnato nella crescita dei giovani. Alla Trinità ritrova le Comunità neocatecumenali che ha imparato a conoscere in questi anni.

Con quale spirito si appresta a iniziare questo nuovo percorso?

Sono tranquillo. Ho imparato in questi 12 anni passati a Gottolengo a conoscere le Comunità, a vedere in questa realtà ecclesiale davvero la mano dello Spirito Santo. Ho conosciuto molte persone e famiglie intere che pregano, la loro formazione, la disponibilità e l’apertura alla vita. Ho imparato che le difficoltà, i limiti umani e caratteriali si possono superare tutti insieme. Credo di andare parroco alla Trinità con una stima di fondo forte di questa realtà ecclesiale, ma allo stesso tempo con il desiderio che si metta sempre più al servizio della Chiesa bresciana perchè può dare tanto. Il rischio tante volte è la chiusura, invece queste Comunità possono offrire molto dal punto di vista della formazione e dell’esperienza, dell’esempio e dell’evangelizzazione, soprattutto in questo tempo in cui molte cose si stanno spegnendo. Lo Spirito parla anche attraverso queste realtà di Chiesa che cercano di rispondere nell’oggi alla vocazione battesimale, alla riscoperta del Battesimo. Vado dunque alla Trinità con assoluta libertà e con entusiasmo.

Sta ultimando la licenza in teologia spirituale a Padova. Da curato a parroco come vive questo periodo?

Sono stato dal padre spirituale per confrontarmi sulle nuove responsabilità che il ministero mi pone davanti. Mi ha confermato, ed è ciò che sento, che dovrà crescere l’attenzione e la paternità nei confronti di tutti, cosa che forse da curato non senti. La paternità che il parroco deve avere quando è responsabile di tutta una comunità. Porre questa paternità a servizio e nella crescita umana, cristiana e spirituale di tutti i fedeli. Una paternità allargata che va considerata in modo forte e che deve essere pienamente vissuta”.

Una comunità viva quella che gravita intorno alla Trinità, centrale rispetto a ospedali, case di cura e università. Ha avuto modo di frequentarla in questi anni?

So che la parrocchia della Trinità rappresenta una realtà di passaggio molto forte. Un faro spirituale anche per la sofferenza. Mi ricordo come esperienza personale di essere entrato molte volte in chiesa quando era ricoverata una persona al Civile per una preghiera e so che anche la chiesetta di San Rocchino è molto frequentata, alla ricerca di pace e conforto.

C’è una frase del Vangelo che ricorda e che l’accompagna in modo particolare in questo periodo?

Mi viene spesso in mente Giovanni XV dopo aver fatto l’esempio dei tralci e della vite. Il Signore ci dice questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Mi fa pensare a questa amicizia con il Signore che mi chiede questo passo, mi chiama alle amicizie vere e forti basate sulla gratuità e sulla benevolenza”.

Ora il saluto alla comunità di Gottolengo che lo ha ospitato nei primi 12 anni di ministero e che ha già espresso con numerosi messaggi la sua riconoscenza per quanto ha svolto con passione e impegno.

A ottobre celebreremo i Sacramenti che abbiamo rimandato per il Covid, sarà il mio ultimo atto in parrocchia.

VITTORIO BERTONI 30 set 2020 09:15