Di lavoro si muore troppo. Anche a Brescia
Domenica 13 a Rezzato la Giornata per le vittime del lavoro promossa dall'Anmil provinciale a pochi giorni dalla diffusione dei dati Inail su infortuni, incidenti mortali e malattie professionali nei primi otto mesi del 2024
Domenica 13 ottobre Anmil di Brescia celebra a Rezzato la Giornata nazionale per le vittime sul lavoro, un’occasione per ricordare chi di lavoro è morto, ma anche per richiamare una volta dii più istituzioni, lavoratori, imprese, sindacati e opinione pubblica al dovere del massimo sforzo perché anche nel Bresciano di possa invertire la tendenza e se possibile mettere fine a quella che ormai da tempo è un’emergenza. La provincia di Brescia, infatti, è la seconda provincia più pericolosa in Lombardia per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro. A rilevarlo l’Osservatorio Vega Engineering che ha rilevato in Lombardia, 86 decessi nei primi sei mesi del 2024, più di 14 al mese, contro gli 83 registrati nel 2023. Del totale degli 86 decessi per infortunio mortale, da gennaio a giugno 2024, 64 sono quelli rilevati in occasione di lavoro (come nel 2023) e 22 quelli in itinere (3 in più del 2023), più di 14 al mese, oltre 3 a settimana. Brescia, in questa classifica, “primeggia” con 20 vittime sul lavoro nei primi sei mesi dell’anno. Il fenomeno è comunque nazionale, come confermano anche i più recenti dati diffusi dall’Inail. Nella sezione 'Open data' del sito dell’Istituto, infattinil sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio - nel complesso e con esito mortale - e di malattia professionale presentate all'Istituto entro il mese di agosto. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del 'modello di lettura' con i confronti di mese (agosto 2023 vs agosto 2024) e di periodo (gennaio-agosto 2023 vs gennaio-agosto 2024).
Gli open data mensili pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele nelle analisi periodiche di dettaglio, in particolare rispetto all'andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all'effetto distorsivo di picchi occasionali e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall'Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell'intero 2024, con la conclusione dell'iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.
Nel numero complessivo delle denunce di infortunio sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un'assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell'evento.
Le denunce di infortunio presentate all'Inail nei primi otto mesi del 2024 sono state 386.554, in aumento dello 0,9% rispetto alle 383.242 dello stesso periodo del 2023, del 10,6% rispetto a gennaio-agosto 2021 e del 20,0% rispetto a gennaio-agosto 2020, e in diminuzione del 20,2% sul 2022 e del 7,3% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica.
Tenendo conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall'Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento agosto 2024, e rapportando il numero degli infortuni denunciati a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un'incidenza infortunistica che passa da 1.806 denunce di infortunio ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 1.605 del 2024, con un calo dell'11,1%. Rispetto al 2023 la riduzione è dell'1,2% (da 1.625 a 1.605).
A livello nazionale i dati rilevati ad agosto di ciascun anno evidenziano una sostanziale invarianza dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 323.946 del 2023 ai 324.191 del 2024 (+0,1%), e un aumento di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, da 59.296 a 62.363 (+5,2%).
Ad agosto di quest'anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -0,2% nella gestione Industria e servizi (dai 306.988 casi del 2023 ai 306.242 del 2024), un -0,7% in Agricoltura (da 17.175 a 17.063) e un +7,1% nel Conto Stato (da 59.079 a 63.249), che risente anche dell'aumento delle denunce dovuto all'estensione della tutela Inail nelle scuole dal settembre 2023.
Tra i settori con i maggiori incrementi dei casi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano l'Istruzione (+47,6%), la Sanità e assistenza sociale (+26,5%), la Riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+18,5%), la Fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+17,3%), il Noleggio e servizi di supporto alle imprese (+16,6%), le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+13,8%) e le Costruzioni (+12,2%).
L'analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+2,5%), seguite da Centro (+1,5%), Nord-Ovest (+1,0%), Nord-Est (+0,5%), e un calo al Sud (-0,2%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano le province autonome di Trento (+15,1%) e Bolzano (+4,2%), la Calabria (+4,3%), l'Umbria (+4,0%) e la Sicilia (+3,5%), mentre per i decrementi la Basilicata (-4,5%), l'Abruzzo (-3,8%), la Liguria (-1,5%) e l'Emilia-Romagna (-0,9%).
L'aumento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto dei primi otto mesi del 2023 e del 2024 è legato sia alla componente maschile, che registra un +0,4% (da 249.344 a 250.325 casi denunciati), sia a quella femminile, con un +1,7% (da 133.898 a 136.229). L'incremento ha interessato i lavoratori italiani (+0,2%) e soprattutto gli extracomunitari (+5,3%), mentre il dato dei comunitari è in calo (-3,8%).
L'analisi per classi di età mostra aumenti tra gli under 15 (+20,9%), soprattutto per l'incremento degli infortuni tra gli studenti (effetto dell'estensione assicurativa Inail disposta dal decreto legge lavoro n. 48/2023), nella fascia 20-29 anni (+1,7%) e in quella 60-74 anni (+5,9%). Si registra, per contro, un calo tra i 15-19enni (-2,3%), tra i 30-59enni (-2,4%) e tra gli over 74 (-2,2%).
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate nei primi otto mesi del 2024 sono state 680, 23 in più rispetto alle 657 registrate nel pari periodo del 2023, tre in più rispetto al 2022, cinque in meno sul 2019, 143 in meno sul 2020 e 92 in meno sul 2021. Rapportando il numero dei casi mortali agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l'incidenza scenda da 2,97 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 2,82 del 2024 (-5,1%), mentre aumenta dell'1,1% rispetto al 2023 (da 2,79 a 2,82).
A livello nazionale i dati rilevati ad agosto di ciascun anno evidenziano per i primi otto mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 500 a 507, e di quelli in itinere, da 157 a 173. L'aumento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 564 a 576 denunce mortali, e l'Agricoltura (da 73 a 85), mentre il Conto Stato scende da 20 a 19 casi.
Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano le Costruzioni con 92 casi (contro i 72 del 2023), il comparto manifatturiero con 60 decessi denunciati (56 nel 2023), il Trasporto e magazzinaggio con 53 (69 nel 2023), il Commercio con 35 (37 nel 2023) e il Noleggio e servizi di supporto alle imprese con 25 (24 nel 2023).
Dall'analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 182 a 185 denunce), nel Nord-Est (da 141 a 149), al Centro (da 126 a 134) e nelle Isole (da 57 a 73), e un calo al Sud (da 151 a 139). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano l'Emilia Romagna (+19), la Sicilia e il Lazio (+12 ciascuna) e la Lombardia (+9), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-12), le Marche e l'Abruzzo (-7 ciascuna), il Piemonte (-6) e la Puglia (-5).
L'incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-agosto 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 609 a 621, sia a quella femminile, da 48 a 59. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 531 a 526) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 94 a 113) e dei comunitari (da 32 a 41).
L'analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra gli under 15 (da 1 a 2 casi), tra i 20-24enni (da 33 a 37), tra i 35-39enni (da 39 a 48), tra i 45-59enni (da 283 a 306) e tra gli over 64 (da 59 a 78) e riduzioni tra i 15-19enni (da 15 a 9), tra i 25-34enni (da 72 a 61), tra i 40-44enni (da 60 a 48) e tra i 60-64enni (da 95 a 91).
Al 31 agosto di quest'anno risultano sei denunce di incidenti plurimi, per un totale di 23 decessi, sei dei quali stradali. Nei primi otto mesi del 2023 risultavano nove denunce di incidenti plurimi, per un totale di 22 decessi, di cui la metà con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.).
Le denunce di malattia professionale protocollate dall'Inail nei primi otto mesi del 2024 sono state 58.857, 10.343 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+21,3%). L'aumento è del 49,5% rispetto al 2022, del 61,3% sul 2021, del 112,0% sul 2020 e del 43,4% sul 2019.
I dati rilevati ad agosto di ciascun anno mostrano incrementi nelle gestioni Industria e servizi (+21,7%, da 40.080 a 48.781 casi), Agricoltura (+20,1%, da 7.986 a 9.588) e Conto Stato (+8,9%, da 448 a 488). L'incremento delle patologie denunciate interessa le Isole (+29,9%), il Sud (+29,7%), il Centro (+20,1%), il Nord-Est (+13,5%) e il Nord-Ovest (+11,5%).
In ottica di genere si rilevano 7.979 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 35.556 a 43.535 (+22,4%), e 2.364 in più per le lavoratrici, da 12.958 a 15.322 (+18,2%). L'aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 44.590 a 53.868 (+20,8%), sia quelle dei comunitari, da 1.197 a 1.546 (+29,2%), e degli extracomunitari, da 2.727 a 3.443 (+26,3%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell'orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi otto mesi del 2024, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.