Di lavoro si continua a morire
Il Bresciano, con 8 casi dall'inizio dell'anno, in testa alla triste graduatoria degli incidenti mortali sui luoghi di lavoro
Di infortuni sul lavoro si continua a morire. Anche e soprattutto in provincia di Brescia. Anche in tempo di Covid e di economia rallentata. Sono otto i casi mortali accaduti nella nostra provincia solo dall’inizio dell’anno. Cosicché il dibattito sul tema della sicurezza sul posto di lavoro è più aperto che mai.
Gli infortuni accadono, in grandi fabbriche ed in piccole aziende, nei cantieri edili o anche coltivando la terra, tagliando un albero, guidando un mezzo agricolo. Si può morire anche in itinere, in un incidente avvenuto lungo la strada che porta al proprio posto di lavoro.
E il caso ad esempio di Felice Tomasini, 48enne di Ludriano di Roccafranca, deceduto nello schianto avvenuto a Rudiano il 18 febbraio mentre andava nell’azienda in cui era occupato.
Il 25 gennaio invece Diego Vono, padre di famiglia 44enne, viene travolto e ucciso da un carico di sabbia e ghiaia in una cava di Rezzato, mentre era ai comandi di un escavatore.
A febbraio si sono registrate tre tragedie durante lavori in campagna e in montagna durante le operazioni del taglio di legna. La quarta è costata invece la vita a Vittorio Franzoni, 52enne di Nuvolera, colpito a morte dalla pala di un escavatore.
A marzo, fortunatamente non vi sono stati caduti, ma aprile si è aperto nel peggiore dei modi. Il primo di aprile, la mattina, Luigi Colleoni un piastrellista 63enne di Bergamo cade da una scala durante dei lavori in una villetta di Manerba, e muore sul colpo.
La sera a perdere la vita è Alberto Turra, 38enne di Zone, colpito da un trave mentre si trovava su un elevatore nell’azienda in cui lavorava, la Silmet di Torbole Casaglia. La famiglia ha autorizzato il prelievo degli organi: un dono che salverà altre vite umane.
Secondo i dati presentati dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Mestre, ed elaborati da Vega Engineering che dal 2009 monitora le morti bianche, sono 104 le vittime sul lavoro in Italia nei primi due mesi del 2021. 85 sul posto di lavoro e 19 in itinere. Una media di 52 morti ogni mese. A guidare la classifica per numero di decessi di lavoro da gennaio a febbraio c’è la Lombardia con 13 vittime. Di cui ben sei, la metà, avvenute in provincia di Brescia.
Dopo la Lombardia in questa triste classifica seguono Campania ed Emilia Romagna, con undici vittime, Puglia e Veneto con otto infortuni mortali, la Toscana con sette, il Piemonte e il Lazio con sei, Trentino Alto Adige e Calabria con tre vittime, Molise, Friuli Venezia Giulia e Sicilia con due, Basilicata, Abruzzo e Marche con una.
Quella delle morti bianche è una emergenza ancora drammatica e tuttora irrisolta.