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Brescia
di VITTORIO BERTONI 11 ago 2021 08:00

Depuratore del Garda: la protesta continua

Un presidio per salvare il fiume Chiese. La protesta, messa in atto da Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro, Tavolo provinciale Basta Veleni, Comitato referendario Acqua Pubblica e Comitato Ambiente Territorio Basso Garda, contro la decisione di realizzare gli impianti di depurazione della sponda bresciana del Garda a Gavardo e Montichiari è arrivata nel cortile di palazzo Broletto. I rappresentanti delle diverse sigle che da anni si battono per la tutela dei territori oggetto dell'intervento contestano le decisioni prese dal prefetto Attilio Visconti, nominato commissario per risolvere il problema della depurazione, e parlano di “atto antidemocratico gravissimo e autoritario in sfregio alle Istituzioni comunali e provinciali, che ignora la realtà delle possibili concrete e varie soluzioni in casa propria del lago di Garda, dimostrate anche con uno studio preliminare inviato direttamente al Ministro Cingolani e alla Cabina di regia ben due volte”.

La nota diffusa prosegue rimarcando il fatto che la decisione non tiene conto del principio sancito dal Consiglio provinciale bresciano con la cosiddetta 'Mozione Sarnico', che prevede che i depuratori consortili vengano realizzati nei territori dei comuni afferenti. Inoltre si fa riferimento alla relazione redatta da Acque Bresciane sullo stato delle condotte sublacuali Toscolano Maderno-Torri del Benaco e consegnata all'Ufficio d'ambito di Brescia lo scorso 16 giugno dalla quale emerge la sostanziale immobilità nel numero e nella gravità delle bio concrezioni rispetto alle ispezioni del 2020, riaffermando che “lo stato delle condotte è ottimale” e che con le manutenzioni in atto “il termine è estensibile a 50 anni”, dunque al 2035.

Oltre a ciò, la decisione prefettizia non tiene in alcun modo conto “che il bacino idrografico del lago di Garda e il bacino idrografico del Chiese sono due corpi idrici per natura autonomi uno dall’altro, quindi è nella logica che l’uno e l’altro devono essere capaci di gestire autonomamente la depurazione dei propri reflui fognari, ovvero le opere cosiddette primarie. Ma invece il dibattito popolare sulla ristrutturazione e sull’adeguamento della depurazione dei reflui gardesani, paradossalmente, finora s’è svolto nei territori del bacino del Chiese, ovvero al di fuori del bacino idrografico del lago di Garda”. Il comunicato termina con una accorata richiesta. “Chiediamo con la massima forza popolare che tutti gli Enti e le Istituzioni competenti si adoperino per far rispettare il principio sancito dalla 'Mozione Sarnico', imponendo alle comunità del lago di risolvere il problema della ristrutturazione, dell’adeguamento e dello scarico della depurazione dei loro reflui fognari all'interno dello stesso bacino idrografico gardesano, garantendo la salvaguardia del bacino idrografico del Chiese lungo tutta la sua asta, in quanto del tutto estraneo a quello del Garda”.


VITTORIO BERTONI 11 ago 2021 08:00