Del Bono: il progetto e i cittadini
Il sindaco riconfermato al primo turno domenica 10 giugno parla del futuro della città: "I veri protagonisti sono i cittadini"
Molti davano il risultato per scontato, pochi, probabilmente si aspettavano che fosse tanto netto da rendere inutile il ballottaggio del 24 giugno. Emilio Del Bono è stato riconfermato sindaco di Brescia; con il 54% dei consensi ha distanziato di 16 punti percentuali Paola Vilardi candidata del centro destra. Un risultato importante, giunto a poco più di tre mesi dalle elezioni politiche del 4 marzo che avevano visto in città la netta affermazione della coalizione Salvini/Berlusconi/Meloni.
Già nelle primissime ore di lunedì 11 giugno, con il delinearsi del successo di Del Bono, molti osservatori hanno rispolverato l’immagine di “Brescia laboratorio politico”. Come a metà degli anni Novanta del secolo scorso, con la candidatura in Loggia di Martinazzoli, vennero gettate le basi dell’Ulivo che poco dopo avrebbe portato alla guida del Paese Romano Prodi, oggi molti parlano del successo di Del Bono come modello a cui il centrosinistra italiano dovrebbe guardare per rimettersi in piedi dopo la disfatta del 4 marzo scorso.
Quella di Brescia come laboratorio politico, però, non è una definizione che piace più di tanto al sindaco Emilio Del Bono. “Non ho nulla da insegnare e nulla da esportare, perché ogni territorio è un caso a sé – ha ribadito anche a “Voce” –. Sarebbe banale pensare che il modello costruito a Brescia negli ultimi cinque anni possa essere valido ovunque”. Il vero tema, per il sindaco fresco di riconferma, è quello della credibilità e dell’affidabilità. “I cittadini – continua Del Bono – cercano amministratori credibili, che si impegnano per fare quello che annunciano e che, anche quando incontrano ostacoli, non mollano mai la presa e cercano delle risposte”. Questo, forse, è l’unico messaggio che Brescia può esportare: meno talk show e più attenzione a risolvere i problemi del Paese.
Una campagna elettorale vissuta sul territorio, incontrando tanta gente carica sulle spalle del Sindaco nuove responsabilità. Tra le tante ce n’è una che appare forse meno urgente delle altre, ma che non può essere sottovalutata: dare continuità al progetto amministrativo di cui Del Bono si è fatto interprete anche quando il sindaco, tra cinque anni, dovrà lasciare palazzo Loggia. “Occorrerà – afferma al proposito – spostare il punto di osservazione. Gli elettori devono comprendere che il loro voto non è tanto per il candidato Sindaco, ma per la città. Occorre far comprendere che i veri protagonisti sono loro, che quello che conta è il progetto per la città”. Del Bono, però, è convinto che si tratti di una sfida che Brescia può vincere. “Posso dire – afferma – di avere trovato una città già matura da questo punto di vista, una città che sembra già comprendere questo cambio di passo. Brescia, d’altra parte, può vantare una lunga esperienza di pratica democratica che non tutte le comunità possono vantare. Forse anche un cattolicesimo intelligente, mai bigotto che a Brescia si respira e che ha aiutato molto nello sviluppo di questo approccio intelligente a tutte le tematiche più spinose della vita comunitaria: ambiente immigrazione, dialogo interreligioso...”.
Tra le questioni da affrontare anche i rapporti in Consiglio comunale con le minoranze. Chiara l’apertura di Del Bono: Brescia Del Bono apre alle minoranze: “Mi auguro che con tutte le forze presenti in consiglio comunale si possano aprire spazi di dialogo e di confronto per il bene della città”.