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Brescia
di LUCA RIVALI 07 ago 2024 16:23

Dalla Slovacchia a Brescia per la cultura italiana

Un seminario itinerante per un gruppo di studentesse dell’Università Cattolica di Ružomberok

Nei mesi scorsi, grazie al contributo del Dipartimento di Scienze storiche, filologiche e sociali e alla generosa disponibilità di alcune importanti realtà del territorio bresciano, come la Fondazione BresciaMusei e la Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda, la sede bresciana dell’Università Cattolica ha ospitato un piccolo gruppo di cinque studentesse e due docenti dell’Università Cattolica di Ružomberok, in Slovacchia, che hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto con alcuni dei moltissimi tesori della Lombardia. Il “seminario itinerante” si è aperto con i bibliotecari Pierangelo Goffi e Diego Cancrini, che hanno aperto le porte dell’importante Biblioteca di storia delle scienze “Carlo Viganò”, prezioso gioiello della Cattolica. Il percorso è proseguito poi con la visita all’area archeologica del Capitolium e al Duomo Vecchio, con la guida, per quest’ultimo, del prof. Carlo Cairati, giovane storico dell’arte della Cattolica. Dopo una giornata a Milano, dove il piccolo gruppo ha potuto vedere alcuni importanti manoscritti danteschi della collezione della Biblioteca Trivulziana (tra le più rilevanti al mondo per gli studiosi del Sommo Poeta), presentati da Loredana Minenna, e qualcuno dei pezzi più antichi e curiosi della Biblioteca di Ateneo dell’Università Cattolica, illustrati da Alessandro Ledda, l’esperienza si è conclusa con una giornata alla Rocca e alla Casa del Podestà di Lonato del Garda, patrimonio della Fondazione Ugo Da Como, con un percorso tra libri e manoscritti antichi condotto dal prof. Edoardo Barbieri.

L’itinerario è stato pensato, in accordo tra i due atenei, legati da accordi Erasmus, e con la supervisione scientifica del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB), per arricchire il bagaglio di cultura italiana di queste studentesse, che si preparano, sotto la guida, tra gli altri, delle docenti Rosangela Libertini e Viera Rassu Nagy, che le hanno accompagnate anche nelle giornate lombarde, a diventare insegnanti di italiano nelle scuole dell’Europa dell’Est. Un piccolo gruppo, si diceva, che però è estremamente variegato: la Facoltà di Pedagogia dell’Università Cattolica di Ružomberok, infatti, attualmente accoglie studenti e studentesse non solo slovacchi, ma anche ucraini e bielorussi, che convivono quotidianamente nella piccola cittadina della Slovacchia settentrionale, crocevia tra Oriente e Occidente ai piedi dei Carpazi. Un cammino fianco a fianco all’insegna della lingua e della cultura italiane che, senza ingenuamente ignorare le difficoltà, nemmeno l’aggressione russa all’Ucraina del febbraio 2022 ha potuto interrompere. Dopo due anni di guerra, in un momento estremamente drammatico, queste ragazze costituiscono un piccolo grande miracolo di convivenza intorno allo studio universitario e alla formazione linguistica. Un segno profetico che dimostra come i reiterati e inesausti appelli di papa Francesco al dialogo e alla pace non siano utopia, ma proposta concreta di un cammino che si può percorrere guardando alla realtà. Osservare queste ragazze passeggiare nei cortili di via Trieste o nei giardini dell’ultima dimora del senatore Ugo Da Como – contribuendo a realizzare il suo sogno di fare della Casa del Podestà un centro di studi per i giovani –, sentirle ridere e scherzare a tavola, guardarle ascoltare una lezione sull’eredità che il passato ci trasmette – all’insegna di figure straordinarie come Dante, Leonardo da Vinci, Aldo Manuzio… – non può non dare speranza in una pace sempre possibile, restituire fiducia in un’Europa grande e unita, trasmettere la voglia di impegnarsi a costruire, mattone dopo mattone, una casa comune.

In questo senso, i libri e i testi che queste giovani donne hanno visto nelle giornate bresciane, dalle tavolette sumere ai codici miniati, fino agli stampati antichi e moderni, sopravvissuti a secoli di storia e di guerre, sono il segno di come ciò che resta e che serve veramente non sono le bombe, ma il dialogo, la cultura e le biblioteche, oltre che scuole e università capaci di guardare oltre alle performance e alle ideologie e costruire ponti, piuttosto che muri.

LUCA RIVALI 07 ago 2024 16:23