Dalla Poliambulanza alla Cattolica
Ornella Parolini, direttrice del Centro di Ricerca Eugenia Menni di Fondazione Poliambulanza è stata nominata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Professore Ordinario di Biologia.
Ornella Parolini, direttrice del Centro di Ricerca Eugenia Menni di Fondazione Poliambulanza è stata nominata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Professore Ordinario di Biologia.
Un prestigioso riconoscimento per la persona, ricercatrice di fama internazionale e pioniera della ricerca sulle cellule staminali, ma anche per l’intero comparto della ricerca scientifica bresciana e per l’attività svolta dalla Fondazione. Dopo le prime esperienze nella nostra città, Parolini si è trasferita negli Stati Uniti dove ha avuto la possibilità di lavorare con Peter Doherty, premio Nobel nel 1996 insieme allo svizzero Rolf Zinkernagel per le scoperte sulla specificità dell’immunità cellulo-mediata. Dagli Stati Uniti all’Università di Vienna fino al 2002, quando rientra a Brescia per aprire il Crem della Fondazione: il primo in Italia a studiare le cellule staminali della placenta e il loro uso in medicina. Il prestigioso incarico non allontanerà la direttrice dalla sua creatura.
Lo ha ribadito Enrico Broli, presidente della Fondazione. “La prof. Parolini mantiene il suo incarico. Ma siamo molto orgogliosi di questa nomina, segno che quando ci sono le menti, le menti vanno avanti e trovano il giusto riconoscimento”. Un premio alla ricerca bresciana nel suo complesso. “È la testimonianza che non bisogna chiudersi – ha affermato il direttore generale Alessandro Signorini – e Poliambulanza senza timori si è aperta al mondo della ricerca e ha tracciato una strada che mette al primo posto la dignità della vita, la dignità dell’embrione”. Sono momenti in cui ci si guarda un po’ indietro e si ripercorre il percorso iniziato tanti anni fa. “È come compiere un sentiero – ha spiegato Parolini - con lo zaino delle conoscenze maturate all’Università. Lo zaino si riempie di esperienze, ma per continuare il cammino occorre essere più leggeri e bisogna a poco a poco saperlo svuotare mettendo a disposizione ciò che si è imparato”.
Non ci può essere sviluppo nelle specializzazioni mediche se non si fa ricerca. “Ho avuto la fortuna di incontrare grandi ricercatori che sanno mettersi in discussione, che non solo raccolgono, ma sanno anche seminare”. A lavorare in modo onesto e serio, si raccoglie. “Lo diceva mio padre. Oggi, grazie a questo incarico realizzo anche la mia seconda passione, quella di fare l’insegnante. Posso essere di esempio ai giovani, posso offrire qualcosa e vedere che gli studenti sono contenti nell’apprendere. Occorre conoscere, ma anche condividere”.