Dal palco un aiuto alla disabilità
Maria Rauzi, presidente del “Teatro Telaio”, illustra l’esperienza di “Teatrino DigitAle” pensato con la Congrega della Carità Apostolica
Il progetto “Teatrino DigitAle – Ti prendo per mano” non è uno spettacolo con bambini oppure “per” bambini. “È una strategia affinché ognuno possa fruire di una ricerca che vuole indagare e sperimentare buone pratiche a tutto vantaggio di piccoli tra i 3 e i 12 anni con bisogni speciali”, dice la presidente della Cooperativa sociale Onlus “Il Telaio“, Maria Rauzi. “Vogliamo che questi bambini possano godere nella maniera più intensa possibile di uno spettacolo che si ispira a libri della letteratura per la prima infanzia e che mette in scena sentimenti facili da comprendere: l’attesa, la rabbia, o meglio la ribellione, la speranza”, aggiunge.
È la prima volta che questo spettacolo viene proposto nelle scuole che hanno aderito presentando uno spettro di disabilità molto ampio (dai bambini autistici agli ipovedenti, dalle paraplegie ai ritardi psichici, dalle disabilità cognitive alle epilessie e purtroppo tanto altro ancora). “Uno spettacolo – tiene a ricordare la presidente della Cooperativa “Il Telaio – che abbiamo potuto proporre grazie al contributo della Fondazione Bernardi”, Opera pia facente parte della Congrega della Carità Apostolica da oltre ottant’anni per volontà del colonnello Luigi.
Uno spettacolo quindi che deve soddisfare esigenze molto diverse tra loro e riuscire a coinvolgere una platea variegata verso cui la sfida è attirare l’attenzione per 40 minuti (tanto dura la rappresentazione tutta giocata su viso e dita dell’attore). “Se la rappresentazione non riesce a catturare il loro interesse – sottolinea la presidente Rauzi – questi bambini esprimono il loro disagio con la necessità di muoversi, di andare via, di agitarsi, di distogliere l’attenzione da ciò che vedono o sentono alzando la voce, mandando segnali con il corpo”, sottolinea.
Per “prepararli” allo spettacolo, il primo approccio che si è pensato di avere con questi bambini e studiato appositamente per questo progetto è la creazione di “laboratori” dove, insieme ai loro insegnanti, si cerca di far capire loro che cosa sarà quello strano “teatro di burattini” (Camilla Corridori è la responsabile di questa fase). Poi c’è lo spettacolo che vede protagonisti le dita e il viso di Alessandro Calabrese: da qui deriva il titolo “Teatrino DigitAle”, dove alla preposizione “di” sono state aggiunte le lettere “git” per comporre il termine “digit”, cioè dita, e il diminutivo di Alessandro, “Ale”. La regia è di Angelo Facchetti, responsabile didattico del progetto “Ti prendo per mano”, la ricerca che la Cooperativa “Il Telaio” porta avanti in questo ambito.
Durante lo spettacolo non c’è interazione tra attore e bambini ma il loro coinvolgimento è totale e costante. La presenza dei loro insegnanti consente agli organizzatori di “leggere” le reazioni dei bambini e di conseguenza valutare la bontà dell’iniziativa. Fino ad ora il progetto “Ti prendo per mano” è stato proposto alle famiglie in vari contesti, principalmente con Fobas, Fondazione Bresciana Assistenza Psicodisabili, “braccio operativo” di Anffas, come ente gestore di servizi rivolti a persone con disabilità intellettiva nella provincia di Brescia. L’obiettivo è contribuire allo sviluppo di processi di inclusione sociale delle persone con bisogni speciali.
Lo spettacolo, dicono al “Telaio”, si prefigge di portare “dal vivo” il frutto di alcune sperimentazioni nate online con i bambini affetti da varie disabilità, producendo e allestendo rappresentazioni che possono essere replicate anche classe per classe. Nei laboratori si cerca invece di giocare con i bambini per creare delle interazioni basate sugli oggetti e alcune parti del corpo, in particolare appunto le dita e il viso. Per contro, durante lo spettacolo il boccascena diventa una sorta di finestra attraverso la quale guardare il mondo. Una finestra che si anima e che “parla” ai bambini.