Covid: una giornata al Drive in
L’incredibile sabato mattina a far servizio ai tamponi con il gruppo alpini “Amici alpini di un viaggio importante” è iniziato con un rimprovero piacevole del “Comandante” Ferrari, che mi ricordava che se le sette è l’ora del ritrovo non si arriva alle 7 e due minuti. L’esperienza, già la seconda, è passata via liscia in questo angolo di Brescia dove si cerca di contrastare il virus in maniera molto organizzata e professionale. Nulla è lasciato al caso e Simone nel parcheggio modellava il percorso spostando le transenne in base all’affluenza di macchine al Drive in. Mi è parso di vedere parecchia gente, rispetto al precedente sabato di qualche mese fa, quando avevo fatto servizio. Anche l’inconveniente accaduto a una macchina andata in panne in colonna è stato risolto brillantemente. Ci siamo sistemati all’alba, nelle vari postazioni strategiche per garantire la corretta e ordinata affluenza al tampone.
Chi all’entrata, chi a metà del percorso, chi all’uscita. Io ero all’uscita, un posto particolare dove si saluta chi esce e tutti ti salutano, sempre con il sorriso, lo si capisce dagli occhi. La polizia passa a fare il solito giro di ricognizione e spiega al Ferrari dove sta andando; questa cosa mi colpisce parecchio e mi fa pensare al rispetto delle forze dell’ordine verso gli alpini e il loro volontariato. Non solo, anche chi ha un dubbio si ferma e chiede: "Cosa deve fare mia figlia se è stata a contatto…". Puntualmente accompagniamo i dubbiosi verso i dottori o gli infermieri in forza così da risollevarli da ogni dubbio. C’è stato spazio anche per alcuni gesti inaspettati, che sono emozioni pure, come puri sono gli occhi dei bambini che fissano le nostre penne e le nostre nappine. Un signore che lascia dieci caffe pagati dicendo: “Grazie, siamo tutti alpini”. O il ragazzo che scende da una macchina lussuosa ed entra con una cassa di birra in mano: "Alpini per voi! Farete pur merenda". Quando gli chiediamo chi fosse, lui risponde: "Non è importante”. O la dottoressa in borghese che arriva con i doni per tutto il personale operativo del giorno. Ho percepito tanta umanità, tutti consapevoli che aiutandosi è meglio e che un sorriso all’uscita dato o ricevuto sebbene coperto dalla mascherina ti può migliorare la giornata, come il saluto Militare dell’artigliere da montagna “Ferrari” che non sa negare a nessuno. Stefano, Andrea, Riccardo, Simone e Marco, grazie per questa giornata.