Contagi: Del Bono sente Fontana
Il sindaco di Brescia si è confrontato con il presidente della Regione sull'andamento della curva epidemiologica nel Bresciano. I dati già trasmessi al Comitato tecnico scientifico nazionale per le opportune valutazioni. Intanto il consiglio dei ministri proroga al 27 marzo il divieto di spostamento tra Regioni
Il sindaco di Emilio Del Bono ha chiamato il presidente della Regione Attilio Fontana per uno scambio di vedute sull’aumento dei contagi da Covid-19 che stanno facendo del Bresciano la provincia più colpita della Lombardia. “Anche se è vero che nel Bresciano si stanno facendo più tamponi che nel resto della Regione – ha affermato il primo cittadino di Brescia – e questa attività necessariamente fa emergere nuovi contagi, stiamo assistendo con una preoccupazione a un andamento costantemente in crescita che si sta traducendo anche in un maggiore impatto sulle strutture sanitarie del territorio”.
A essere particolarmente colpito è l’Ovest Bresciano che fa capo all’Asst Franciacorta. Quelli forniti da Del Bono a Fontana sono dati che la regione ha già passato al vaglio del Comitati tecnico scientifico nazionale. Toccherà al ministro Speranza, ha ricordato ancora il sindaco, assumere di concerto con la Regione eventuale misure per fare fronte alla situazione. In attesa delle valutazioni sulla situazione provinciale, Del Bono ha ricordato il rinnovato lavoro di squadra con la Prefettura e le forze dell’ordine per il controllo del territorio e la sanzione dei tanti comportamenti ancora non rispettosi delle norme per il contenimento del contagio.
Dal fronte nazionale, intanto arriva la notizia che il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto legge che introduce ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. In considerazione dell'evolversi della situazione epidemiologica, il decreto dispone la prosecuzione, fino al 27 marzo 2021, su tutto il territorio nazionale, del divieto di spostarsi tra diverse Regioni o Province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute. Resta comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.
Fino al 27 marzo, nelle zone rosse, non sono consentiti gli spostamenti verso abitazioni private abitate diverse dalla propria, salvo che siano dovuti a motivi di lavoro, necessità o salute.
Gli spostamenti verso abitazioni private abitate restano invece consentiti, tra le 5.00 e le 22.00, in zona gialla all'interno della stessa Regione e in zona arancione all'interno dello stesso Comune, fino a un massimo di due persone, che possono portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali esercitino la responsabilità genitoriale) e le persone conviventi disabili o non autosufficienti. Nelle zone arancioni, per i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, sono consentiti gli spostamenti anche verso Comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini.