Consultori Cidaf: la persona al centro
Fondazione Poliambulanza, eccellenza del settore sanitario, nell’ottica di quella presa in carico della persona nella sua globalità che è uno dei punti cardini della sua mission, da qualche anno, ha ampliato la propria attività aprendosi all’ambito socio-sanitario. Risale, infatti, al 2017 l’acquisizione da parte della Fondazione di via Bissolati dei due consultori familiari Cidaf.
Nati nel 1977 da un’intuizione di don Mario Pasini, direttore della rivista Madre e fondatore dell’associazione Cuore Amico, i consultori avevano nell’obiettivo di “curare le persone, fare ricerca scientifica e formazione, perseguendo gli obiettivi di tutela della vita e promozione della salute, nel rispetto della dignità umana, avvalendosi delle migliori professionalità, con efficienza e qualità” il filo rosso che, cinque anni fa, li ha portati a legarsi a Poliambulanza. “L’ambito di intervento privilegiato – racconta Daniela Spagnoli, referente organizzativa dei consultori Cidaf – è quello delle relazioni familiari poiché la famiglia è il nucleo primario che può garantire il benessere delle persone che la compongono e della società”.
Quattro sono le aree principalli su cui si sviluppano i servizi offerti: quella ostetrico-ginecologica; quella dell’educazione e promozione della salute; quella delle attività di gruppo e quella psicologica, sociale, educativa. Si tratta di ambiti di intervento diversi ma che testimoniano una particolare attenzione alla tutela della donna, alla promozione dello sviluppo armonico di neonati, bambini e adolescenti; alla promozione della famiglia e delle condizioni che concorrono al suo benessere, al sostegno alla persona in tutte le fasi della vita, al sostegno alla coppia che vive condizioni critiche.
“L’obiettivo fondamentale – continua ancora Donatella Spagnoli – è di fornire gli strumenti sanitari, sociali, educativi e psicologici per affrontare i cambiamenti del ciclo di vita individuale e familiare”. In questa prospettiva si inquadrano anche i progetti che i Consultori Cidaf hanno iniziato a elaborare per fare fronte a domande e bisogni che con la pandemia si sono manifestati su un piano psicologico. “Quella che stiamo affrontando da qualche mese a questa parte dopo la diffusione del Covid19 – sono considerazioni della responsabile organizzativa – non è una pandemia ma una sindemia: l’emergenza non è più solo sanitaria, ma anche economica, psicologica”. L’emergenza Covid ha travolto tutti, ma in modo particolari soggetti vulnerabili, fragili o ad alto rischio: non solo anziani con patologie multiple, ma anche categorie meno esposte all’opinione pubblica, come quella dei bambini, degli adolescenti che, con le loro famiglie, che hanno vissuto e vivono, senza soluzione di continuità, il disagio psicologico, personale e collettivo.
Nasce in questo contesto e da bisogni emergenti il “Progetto punto Giovani” che il Cidaf ha messo a punto. A fronte del grido di allarme lanciato da un numero sempre maggiore di genitori e di minori che lamentavano problematiche legate a fenomeni di ritiro sociale e scolastico sempre più intensificati, disturbi alimentari e disturbi affettivo-comportamentali tra i quali ansia, aggressività, depressione e/o autolesionismo, l’equipe Cidaf ha pensato a un progetto rivolto agli adolescenti tra 10 e 18 anni che prevede il coinvolgimento delle figure genitoriali al fine di intervenire in un’ottica prevalentemente inclusiva e sistemica.
“La proposta al via in queste settimane – afferma Daniela Spagnoli – mira a intervenire attraverso tre percorsi che prevedono la presa in carico degli adolescenti e dei loro genitori con l’intervento multidisciplinare di differenti professionisti del settore che interverranno in diverse fasi dell’intero percorso”.