Consiglio provinciale: amministratori al voto
Sabato 18 dicembre, dalle 8 alle 20, urne aperte nell'unico seggio allestito presso il Cfp Zanardelli di Brescia, per sindaci e consiglieri comunali chiamati alla scelta dei 16 membri dell'assemblea di palazzo Broletto. L'intervista al presidente Samuele Alghisi
Sabato 18 dicembre, dalle 8 alle 20, 2.572 amministratori locali, tra sindaci e consiglieri comunali del Bresciano, sono chiamati alle urne per l’elezione dei 16 membri del consiglio provinciale. Dalle urne dell’unico seggio allestito al Cfp Zanardelli di Brescia, uscirà l’assemblea che accompagnerà il presidente Samuele Alghisi nella seconda parte del suo mandato. Questa “sfasatura” è uno dei tanti limiti non ancora risolti di una riforma rimasta monca. Dopo la legge Delrio che aveva trasformato le Province in enti di secondo livello (sottratti all’elezione diretta dei cittadini) la bocciatura del referendum costituzionale del 2016 ha di fatto lasciato le cose a metà. E così la Provincia ha dovuto reinventarsi, con un numero estremamente esiguo di competenze e risorse (umane ed economiche) sempre più risicate.
La Provincia di Brescia, però, non si è rassegnata e all’opera di “moral suasion” perché il legislatore riveda molte delle distorsioni della riforma Delrio, ha affiancato con i consiglieri e i presidenti (Mottinelli prima e Alghisi dal 2018) l’impegno per fare al meglio (e soprattutto al servizio dei Comuni) quello che la legge del 2014 permette. Lo mette in evidenza lo stesso presidente Alghisi che dal 19 dicembre potrebbe trovarsi con un consiglio di colorazione politica diversa rispetto a quella attuale che è di centro sinistra.
Il rinnovo dell’assemblea di palazzo Broletto è l’occasione anche per un bilancio della prima parte della sua presidenza...
Come ho ricordato anche nell’ultima seduta del consiglio provinciale, la prima parte della mia presidenza è stata caratterizzata da una grande coralità. Tutti i consiglieri, al di là della propria appartenenza politica,, hanno portato un importante contributo. Grazie a questo clima abbiamo potuto raggiungere traguardi molto importanti. In questi due anni abbiamo portato a compimento tutti gli accordi di programma in sospeso da anni. Interagendo con la Regione e con il governo centrale siamo riusciti a far finanziare progetti per un totale di oltre 160 milioni di euro. Solo nel 2021 abbiamo finanziato oltre 60 milioni di euro sull’edilizia scolastica. La stessa coralità ha permesso anche un’azione per ottenere la modifica di alcune norme di livello statale come quella sugli impianti di gestione e trasformazione dei rifiuti (500 nel Bresciano) o quella sul riconoscimento dell’incremento prezzi da parte dei soggetti pubblici sugli appalti già erogati. Con questo spirito, poi, abbiamo assunto iniziative che vanno oltre le competenze dell’ente. Abbiamo finanziato le attività di coordinamento ex Sprar, unico caso in Italia, per altro riconosciuto come modello virtuoso, e abbiamo creato un Centrale unica di committenza che ha superato il miliardo di euro di gare espletate per conto dei Comuni e di altri enti sovracomunali.
L’ente Provincia uscito dalla legge Delrio, sottratto alla contesta elettorale tra i partiti, sembra dunque esaltare il senso di responsabilità dei suoi consiglieri...
Sì, da un certo punto di vista è accaduto proprio questo anche perché non bisogna dimenticare che quelli che siedono in palazzo Broletto sono amministratori che hanno a cuore gli interessi dei loro territori e sanno anteporli a tutto. Tutto questo, però, non ha fatto venire meno il dibattito politico, soprattutto in merito a quelli che dovrebbero essere i correttivi da apportare alla legge del 2014. Da questo punto di vista vedo la presentazione di due liste per il voto del 18 dicembre come un’opportunità.