Condivisione e sussidiarietà
"La relazione e il dono come strumenti per la crescita della comunità in una società complessa, in un mondo in trasformazione". Il vescovo Tremolada alla presentazione del Rapporto annuale 2017 e del programma delle attività 2018 della Fondazione della comunità bresciana
Condivisione e sussidiarietà. “Sono due parole chiave - afferma Pier Luigi Streparava presidente di Fondazione Comunità Bresciana – del nostro agire per affrontare le nuove e sempre più difficili sfide della moderna filantropia”. Linee guida rimarcate nel corso della presentazione del Rapporto annuale 2017 che si è tenuta in Cciaa. “Le richieste stimolano l'impegno e invitano a fare sistema tra cittadini, corpi intermedi e istituzioni per arrivare dove gli altri non arrivano”. Ciascuno partendo con orgoglio dalla propria storia e identità. “L'identità per noi rappresenta il punto di partenza per l'incontro con l'altro, per migliorare insieme”. Fra gli impegni assolti nel 2017 Streparava ricorda quello verso i giovani. “Abbiamo costituito un apposito Comitato che ha realizzato il primo bando scritto da ragazzi e rivolto ai coetanei”. Diversi i progetti realizzati in ambito sociale, artistico e culturale. “Ricordo il contributo per la riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo, un tassello importante per l'accreditamento di Brescia in Italia e nel mondo”. Tra le altre iniziative menziona il progetto 'Ecologia integrale dell'infanzia' e il 'Festival della Filantropia'. “Il primo, avviato insieme alla consorella di Messina, intende azzerare la povertà neonatale, con il secondo abbiamo spiegato e diffuso la cultura del dono, che non è solo denaro”. Il dono come incontro, fondamento dei legami, delle relazioni. Dopo aver riassunto i principali dati del bilancio (vedi articolo in pagina) Streparava ha lasciato spazio al vescovo di Brescia mons. Pierantonio Tremolada per la sua prolusione su 'La relazione e il dono come strumenti per la crescita della comunità in una società complessa, in un mondo in trasformazione'.
“La società - spiega il Vescovo - è complessa ed in trasformazione, ma due punti restano ben saldi per costruire quella 'civiltà dell'amore' invocata da papa Paolo VI: la relazione e il dono”. L'intervento di mons. Tremolada è ruotato intorno a tre parole chiave: comunità, cultura e crescita. Che cosa fa di una società una comunità? “La società è di per sé neutra, è un termine che indica tante diverse realtà, mentre la comunità è un termine nobile, evocativo. Si passa da una all'altra quando si opera mettendo in evidenza e valorizzando la relazione, che è amore filantropico, e il dono, che è gratuità”. Quando una società diventa una civiltà? “Attraverso la cultura, che è un modo di pensare e di sentire. Se togliamo la cultura da una società non possiamo chiamarla civiltà. Cultura intesa non tanto come competenza, ma come modo di porsi davanti alla vita. Ciò avviene con un pensiero, non solo con il ragionamento. E poi c'è il sentire che mette in gioco emozioni, affetti, memoria, intuizione, aspirazioni, desideri profondi: tutto questo è cultura. Cultura della relazione e del dono”. Quando la società cresce nella direzione di una civiltà e di una comunità? “La crescita non è un dato di fatto, ma è anche una esigenza della società, che chiede di crescere. Una società cresce quando coloro che la compongono se ne assumono la responsabilità tramite azioni e coinvolgimento”. La relazione e il dono diventano anche un compito. “Occorre vivere in pienezza la relazione e diffondere lo stile del dono, che sono le uniche due costanti di una società che è per definizione complessa e in trasformazione. Cambiano le situazioni, ma se tutte le società chiedono di diventare civiltà e sognano di diventare comunità, chiedono anche di farle crescere”. La relazione e il dono vanno declinati in base alla complessità e alla trasformazione. “Bisogna agire in tre tappe. Leggere la situazione usando attenzione e ascolto. Progettare con intelligenza e sinergia. Passare all'azione con serietà e professionalità. È ciò che chiede il dono”. È la missione della Fondazione esplicitata nel suo motto 'Aiuta la comunità a crescere' che mons. Tremolada concludendo il suo intervento accosta al detto pronunciato da Paolo negli Atti degli Apostoli 'C'è più gioia nel dare che nel ricevere'.