Con l’Aido, 50 anni di sì alla vita
“Cinquant’anni di Sì alla Vita”. È lo slogan che accompagna la serie di celebrazioni per i 50 anni della sezione bresciana di Aido, Associazione Italiana per la donazione di Organi, Tessuti e Cellule. “La storia della nostra associazione – spiega la presidente, Vittoria Mensi – inizia nel 1971, quando Giorgio Brumat fonda l’Associazione Donatori Organi Bergamo con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica al dono degli organi post-mortem a scopo di trapianto terapeutico. Ed è grazie a lui, alla sua straordinaria intuizione nata dal suo profondo sentimento di umana solidarietà che la sezione bresciana dal 2 aprile 1973 continua a promuovere la donazione di organi, un atto gratuito, anonimo e solidale che permette ad altre persone di continuare il percorso della vita”.
L’associazione provinciale è intitolata a Laura Astori, una diciottenne bresciana colpita da emorragia cerebrale nel 1973, che non riuscì a donare perché non superò le ore necessarie al controllo di morte cerebrale, ma la sua storia rimane un simbolo per tutti gli iscritti all’Aido, che nel Bresciano sono quasi 50mila. Il primo bresciano a donare gli organi fu, sempre nel 1973, Giacomo Bonazza, ventitreenne ricoverato al Civile. “Quando l’Aido ha iniziato la sua attività, la cultura della donazione di organi muoveva i suoi primi passi e in città non si contava più di un donatore all’anno. Da quei giorni molto tempo è passato e oggi di donazione si parla sempre di più, perché deve essere una scelta consapevole e condivisa e la consapevolezza può nascere solo dall’informazione”. Grazie a un’organizzazione ospedaliera efficiente, alla capacità dei medici di dialogare con i familiari nel momento drammatico della scelta e ad un’attività capillare di sensibilizzazione sul territorio, la provincia di Brescia, con una media annua di 30 donazioni, risulta tra le più “generose” d’Italia. Nel 2023 sono stati 73 i casi segnalati, mentre i donatori effettivi sono stati 42, con un trend in netta crescita rispetto agli anni precedenti.
Tra le celebrazioni per i 50 anni ricordiamo l’allestimento di un vagone della metropolitana di Brescia Mobilità e la campagna informativa sulle confezioni di latte della Centrale con messaggi, disegni e riflessioni sull’importanza della donazione. Inoltre, agli Spedali Civili verrà consegnata “la stanza della vita”, un locale attiguo al reparto di rianimazione dove l’equipe medica incontra i famigliari di una persona deceduta ai quali chiedere la possibilità di donare gli organi del proprio caro. Infine, domenica 7 è prevista una grande giornata di festa. Dopo la messa, presieduta in Duomo dal vescovo Pierantonio Tremolada, partirà il corteo che raggiungerà la sede storica di palazzo San Paolo in via Tosio 1 dove sarà scoperta la targa a ricordo di quel 2 aprile 1973 quando Angelo Onger, con altri cofondatori costituì la sezione provinciale, ospitata nella sede de “La Voce del Popolo”. “Donare gli organi – conclude la presidente Mensi – significa dire un sì convinto alla vita, perché un donatore la vita la moltiplica. L’augurio è che l’associazione possa continuare a crescere per diffondere l’importanza della donazione, raccogliendo un sempre maggiore numero di iscritti”.