Cittadinanza europea: Paolo Gentiloni all'UniBs
Il commissario europeo all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Brescia
La cittadinanza europea? È un cammino ancora incompiuto, frenato da grandi ostacoli che ancora si infrappongono alla piena realizzazione del progetto democratico europeo che necessita di un parlamento che possa esercitare poteri ben più ampi di quelli attuali, di una lingua, di politiche estere e di difesa comuni, di forze politiche convintamente europeiste. Un cammino incompiuto che chiede, però, il massimo degli sforzi per essere portato a termine pena il ritorno a un'Europa fatta di tanti nazionalismi.
Così si è espresso il commissario europeo all'economia Paolo Gentiloni chiamato a chiudere la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università degli studi di Brescia. "A fronte di una storia che accelera - ha continuato l'ex presidente del consiglio parafrasando il pensiero di Jacques Delors, già presidente della Commissione europea - l'Europa non può non viaggiare alla stessa velocità". Tradurre nel concreto questo invito, ha sottolineato, significa assumere con coraggio alcune sfide, a partire dalla difesa di alcuni valori tipicamente europei: libertà, democrazia, difesa dello stato di diritto. "Si tratta di valori - ha ricordato Gentiloni - che sono sotto scacco, insieme ai concetti di welfare e di economia sociale tante parti del mondo, anche in quelle che da sempre vengono dipinte come le grandi democrazie". La seconda sfida sul cammino della cittadinanza europera, ha continuato ancora il commissario europeo è quella di impegnarsi per far conquistare all'Europa il ruolo che le spetta sulla scena del mondo. "L'Ue - ha affermato - non può essere un gigante economico e un nano politico. Deve, come auspicava anche Valcav Havel, riuscire a parlare al cuore e non solo alla testa della gente". L'Europa deve svolgere un ruolo centrale nella gestione e nella risoluzione delle grandi crisi mondiali, ma per farlo deve dotarsi di politiche estere e di difesa comuni, superando tante lentezze e resistenze che la frenano. "Questo è il tempo della scelte - ha affermato - per fare fronte ai tanti Putin del mondo e alla spinta migratoria verso il sud del mondo che andrà facendosi sempre più forte".
La terza sfida messa in evidenza da Gentiloni è quella per un'Europa protagonista di uno sviluppo sostenibile e della transizione ecologica. "La Commissione europea - ha sottolineato - che pureche pure si è impegnata con determinazion su questi fronti non può rinunciare, per i tentennamenti dei Paesi Ue, alla sua leadership mondiale sia economica che sul versante delle grandi crisi". Un'Europa che si fa paladina della pace, si è domandato Gentiloni, come può lasciare fuori l'Ucraina, i Paesi dei Balcani? Dovrà presto pensarsi come una realtà composta da 30 Paesi e da più di 500 milioni di abitanti. Ma dovrà anche essere in grado di far crescere la sua capacità decisionale, pena il replicare su scala continentale molti dei limiti che condizionano le Nazioni Unite.
"Ormai - ha concluso Gentiloni - stiamo per entrare nel vivo della campagna elettorale che ci porterà alle elezioni europee di giugno. Al centro del dibattirto dovremo mettere proprio le sfide necessarie alla piena realizzazione della cittadinanza europea e non sguardi più o meno nostalgici al passato, alle paure, a ritorni a singoli sovranismi che hanno dimostrato tutti i loro limiiti, come dimostra il disagio di un numero sempre più grande di cittadini del Regno Unito nei confronti della Brexit".
"Oggi ci sono le premesse per vincere queste e altre sfide" è stata la conclusione di Paolo Gentiloni, che solo pochi minuti prima aveva ascoltato gli altri interventi, a partire da quello di Mattia Rebessi, rappresentante degli studenti che con passione ha raccontato la "voglia di esserci" di studenti e studentesse su tutte le questioni di grande attualità locali, nazionali e internazionali. Voglia che si trova a fare i conti con chiusure e muri che altri costruiscono.