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Brescia
di CRISTIANO LESA 09 gen 2025 08:56

Che bello!

Eravamo stati annunciati. Il portone si apre e l’auto, con i suoi personaggi, parcheggia in qualche maniera. Le guardie sono sorridenti. I nostri documenti vengono registrati e rimangono nella guardiola. Lasciamo anche i telefonini. Nulla può entrare lì che non sia annotato e permesso. Viene in mente il racconto di san Luca: “Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe (...) dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”.

Si avvicina al bagagliaio dell’auto un carrettino che cigola di metallo. Guardie gentili, assistenti e carcerati provvedono allo scarico dei personaggi. La Madonna non ci sta, è troppo grande per il carretto, e la sua forma così delicata e fiera e le mani aperte gentili rischiano di rompersi. Per dire il vero non ci stanno neppure il bue e l’asinello. Giuseppe e il Bambin Gesù, con pecore e pastori, se ne stanno invece ben distesi su quel trabiccolo. S’apre una porta. Stride anche quella, poi si chiude. Poi un’altra che si apre e si chiude. E ancora e ancora. Fa una certa impressione questo aprire e chiudere, questa ruggine che passa dal ferro delle cancellate all’anima di chi sta qui dentro. Qualche carcerato guarda incuriosito, forse più per curiosità che per fervore. Alcuni si saranno chiesti: “Chi sono questi che vengono qui per il Natale, il Presepe, la Madonna, Gesù Bambino, San Giuseppe il bue l’asinello e compagnia?”

La cappella del carcere è un adattamento straniante e straziante come fu Betlemme per San Giuseppe angosciato nel racconto della Serva di Dio Cecilia Baj: “Chi mai avrebbe pensato che tanta gente, che qui è, tutta abbia trovato qualche ricovero, e solo noi siamo da tutti esclusi, e da nessuno compatiti e accettati! Quanta pena soffre il mio cuore nel vedervi, Sposa mia, in tanta necessità, e non potervi dare alcun sollievo, né ristorarvi dal grande freddo che soffrite! Ma se lo soffre un Dio, dobbiamo soffrirlo anche noi”. La divina Madre lo consolava e l’animava a soffrire tutto allegramente per amore di quel Dio che portava, e gli diceva: “Quanta pena soffrirà l’Umanato Verbo nel vedere l’ingratitudine di questa città e che non vi sia alcuno che voglia riceverlo nella sua casa! Infine, essendo già notte e non avendo trovato luogo alcuno per ricoverarsi, se ne stavano lì afflitti, non sapendo che fare. Quanto sentisse questo travaglio il nostro Giuseppe, non è facile poterlo immaginare, perché egli sapeva chi era la sua Sposa ed il Figlio che portava nel suo purissimo seno. Piangeva l’afflitto Giuseppe e diceva: ‘O mio divin Redentore, chi mai avrebbe pensato che voi e la vostra Santa Madre vi ridurreste a tanta miseria da non avere neppure un angolo per ricoverarvi, ed essere da tutti escluso, e ridurvi ad andare in una stalla di bestie?! Forse le mie colpe, la mia indegnità sarà la causa di tanto vostro dispregio e patimento!’”.

Alla casa circondariale “Nerio Fischione” e a Verziano San Giuseppe e Maria e Gesù hanno invece trovato accoglienza e dolcezza nel cuore dei detenuti, meglio di quegli osti di Betlemme. Meditiamo. Un vecchio detenuto con gli occhi bambini guardava commosso le statue che s’andavano componendo in quel luogo del carcere: “Che bello!” e voltandosi intonava esile “tu scendi dalle stelle…”. “Che bello”, forse è questa la più bella recensione. L’iniziativa che Mcl, con la collaborazione di mons. Giancarlo Scalvini e il supporto dei cappellani delle carceri, don Faustino Sandrini e don Stefano Fontana, oltre a tutti i responsabili delle case circondariali bresciane, ha intrapreso quest’anno, si propone di sostenere, assieme ai presepi, un attivo aiuto all’umile incanto del Bello. L’iniziativa ha avuto anche l’apprezzamento di Riccardo Turrini, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

CRISTIANO LESA 09 gen 2025 08:56