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Brescia
di ELENA FESTA 08 nov 2021 07:00

Centro storico: come cambia la pastorale giovanile

Don Stefano Fontana e don Matteo Busi sono i responsabili della nuova pastorale giovanile del centro storico, che conta nove parrocchie e cinque oratori. I due curati vivranno nella stessa casa e la apriranno a tutti i giovani che vorranno fare un percorso di fede e discernimento.

Don Stefano, quando e come è nato questo progetto?

La proposta di un’unità pastorale giovanile è nata più di un anno fa. Prima di arrivare a qualcosa di concreto abbiamo dovuto riunire i cinque parroci del centro e ricevere l’ok del vescovo. È stata una scelta sinodale, che si baserà su due testi fondamentali: Evangelii gaudium e Futuro prossimo. È ancora un lavoro completamente in germe: ci siamo dati cinque anni per coltivare questo progetto, poi vedremo come andrà. Don Matteo si trasferirà a Sant’Agata già a fine mese, mentre io probabilmente a inizio 2022.

Quali saranno i compiti principali?

A grandi linee possiamo dire che don Matteo sarà il punto di riferimento per i ragazzi fino ai 18 anni, mentre io mi occuperò principalmente di quelli più grandi, anche se poi alla fine sarà un lavoro di squadra. Don Matteo lavorerà direttamente con gli oratori e coi loro sacerdoti, incentivandoli all’evangelizzazione in questi ambienti. Io sarò più concentrato sui giovani adulti, ma ripeto: sarà un lavoro svolto insieme.

E quale sarà, in tutto questo percorso, il ruolo dei ragazzi?

I bambini e i ragazzi di tutte le età continueranno a vivere attivamente la loro parrocchia: il nostro scopo non è quello di creare un sesto oratorio del centro storico, anzi. Quello che noi vogliamo fare è dare loro delle opportunità in più, farli sentire effettivamente parte attiva della chiesa locale. Per esempio, ai maggiorenni è riservata l’esperienza di vivere quotidianamente Casa Sant’Agata, che per loro diventerà un luogo di ascolto e condivisione.

Un luogo dove essere ascoltati

Io e don Matteo abiteremo a Sant’Agata, ma questa non sarà un’abitazione esclusivamente nostra. I giovani del centro dai 18 anni in poi avranno la possibilità di frequentare questo luogo quando vorranno: qui potranno vivere la loro quotidianità, mangiando, studiando e anche dormendo insieme. Lo scopo è quello di creare un posto dove si sentano ascoltati e guidati e dove possano effettuare un percorso di discernimento, per capire a cosa il Signore li sta chiamando nella vita di tutti i giorni.

Qual è l’obiettivo?

Avere dei giovani cristiani che, alla fine di questo cammino, siano in grado di fornire un servizio concreto alla loro comunità e alla vita sociale, secondo i desideri e il carisma di ognuno. La fede può essere vissuta in ogni ambito: dai dormitori alle carceri, passando perfino dall’ecologia.

Avete un passo del Vangelo di riferimento?

Certamente: è la parabola del granello di senape, raccontata nel tredicesimo capito sia del Vangelo di Matteo che di quello di Luca. Questo progetto è un granello, che è stato piantato da poco e che per ora è invisibile agli occhi dei più. Presto però, con l’aiuto del Signore e attraverso un lavoro lento, speriamo che diventi qualcosa di importante e grande.

ELENA FESTA 08 nov 2021 07:00