Cattolica: operazione ex Seminario
Quando sullo schermo dell’aula magna è apparso il rendering dei futuri ambienti dell’Università Cattolica nell’ex Seminario si è capito che il Dies Academicus 2018 è stato il primo capitolo del nuovo legame tra l’ateneo e la città
Quando sullo schermo dell’aula magna è apparso il rendering dei futuri ambienti dell’Università Cattolica nell’ex Seminario si è capito che il Dies Academicus 2018 è stato il primo capitolo del nuovo legame tra l’ateneo e la città.
Il dado è tratto, indietro non si torna. Non sarà il progetto faraonico del passato (demolizione e ricostruzione), ma seppur ridimensionato (ristrutturazione dell’esistente) il polo di Mompiano rappresenterà il biglietto da visita della Cattolica bresciana 2.0. Venticinque aule, 16 laboratori, biblioteca, uffici dei docenti, sale studio, mensa, palestra, campo da calcetto e spazi per la socializzazione: inizio dei lavori entro fine anno, conclusione in 20 mesi. Gli ingredienti per la svolta ci sono, a patto che il contenitore sia riempito con senno. Brescia, intanto, ha raccolto la sfida. Dodici mesi fa il rettore Anelli aveva chiesto un aiuto economico alle istituzioni, dal palco del Dies 2018 ha ringraziato Ancelle della Carità, Fondazione Banca San Paolo e Fondazione Poliambulanza: i primi enti a sostenere l’iniziativa.
Gli ambienti di Mompiano rappresenteranno solo la cornice, giacché le mura non bastano: fondamentale è riflettere sul senso dell’università. Se un tempo laurea era sinonimo di ascensore sociale e accesso alla classe dirigente, l’attualità chiede agli atenei di formare una generazione in grado di comprendere innovazioni e trasformazioni, così da intuire le direttive dello sviluppo. Formazione integrale, dialogo continuo, sviluppo di coscienze critiche e maturazione dei giovani sono le gambe su cui la Cattolica intende poggiare il tavolo del discernimento culturale. Oltre alla nuova sede per rendere saldo il rapporto col territorio occorrerà declinare ancora meglio sulle reali esigenze bresciane il lavoro di osservatòri, alte scuole e centri di ricerca. Per incrementare il numero degli studenti è imprescindibile potenziare la qualità della didattica. Come detto da Anelli, la prima missione dell’università è insegnare: ricerca e trasferimento tecnologico sono il corollario del ruolo formativo. Ben venga perciò la nuova magistrale di Scienze politiche e sociali in “Gestione delle organizzazioni nei sistemi globali”, ma la sfida più grande sarà rendere stabile a Brescia una classe docente strutturata. Nell’area di Matematica e Fisica agli eccellenti risultati di ricerca bisognerà associare un incremento degli iscritti: ripensare gli sbocchi lavorativi, lavorare in simbiosi con le scuole superiori e racimolare risorse per abbattere i costi di iscrizione possono essere terreni da sondare.
Il menù è ricco, per una comunità che il Vescovo Tremolada ha definito parte integrante e preziosa della Chiesa bresciana, invitandola a coltivare il pensiero per non perdere la speranza. Il futuro si scrive oggi.