Casa alle famiglie e lavoro dignitoso
L’attualità di padre Ottorino Marcolini (9 marzo 1897-23 novembre 1978) nella transizione ambientale, digitale e sociale in atto
L’Ucid di Brescia è stata fondata nel 1947 da padre Ottorino Marcolini e tuttora si ispira all’ insegnamento e alle opere compiute dal”Prete di frontiera”. Spesso mi domando cosa farebbe Marcolini nella Brescia del XXI secolo e, in particolare, nella presente transizione ambientale, digitale e sociale. Ebbene, portare lavoro a Brescia continuerebbe ad essere il suo imperativo, e nel suo disegno l’industria manterrebbe un peso determinante.Industria di ogni dimensione, a partire dalle aziende leader di filiera per la loro capacità di orientare e trainare l’indotto locale formato da piccole e medie imprese e da artigiani. A Brescia, e in Italia, le grandi imprese del secolo scorso, che hanno determinato il passaggio dall’economia agricola alla manifattura industriale, sono state sostituite da un vasto numero di imprese medio-grandi,che si sono affermate nel mondo grazie all’intraprendenza di imprenditori coraggiosi e appassionati e a scelte lungimiranti delle amministrazioni locali; ed è a loro che tocca ora la sfida di sostenere la ricerca, l’innovazione e l’internazionalizzazione dei diversi comparti, per rendere il nostro territorio strutturalmente competitivo e generare occupazione qualificata e duratura.
Nelle relazioni sul lavoro, Marcolini sarebbe contento nel constatare che Brescia sta gradualmente superando “l’anomalia sindacale” che l’ha connotata per oltre mezzo secolo, e sosterrebbe le proposte di relazioni industriali orientate alla partecipazione dei lavoratori al successo dell’impresa, in un clima di trasparenza e di reciproca fiducia e assunzione di responsabilità. Un approccio irrinunciabile per migliorare la competitività dei prodotti e dei servizi e per il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, nel cui ambito i servizi erogati - direttamente o indirettamente- dalle aziende per la salute, la maternità, la cultura, lo sport e la ricreazione erano ( e stanno tornando ad essere) un elemento non secondario del rapporto di lavoro. Sosteneva, sono parole sue, che sul posto di lavoro si doveva dare il “senso” del compito affidato, per una consapevole adesione agli obiettivi dell’azienda di tutti coloro che vi lavorano, togliendo così spazio agli antagonismi fine a se stessi. Investimenti in nuove tecnologie e formazione dei lavoratori erano, secondo Marcolini, due elementi essenziali del “dialogo” tra impresa e rappresentanti dei lavoratori, a fianco naturalmente del negoziato per le retribuzioni e le condizioni di lavoro.
Ai giovani dedicava il suo costante impegno, e chi scrive lo ricorda come Cappellano della OM (ora Iveco) di Brescia, con l’obiettivo di far crescere una nuova generazione di “cittadini-lavoratori”, formati nelle scuole professionali (ITIS, Ballini, Tartaglia, Centri per la Formazione al lavoro e Scuole aziendali), e costantemente aggiornati grazie agli investimenti in nuovi prodotti e in innovativi strumenti di lavoro, in grado di affrontare con sicurezza i cambiamenti e di trarre vantaggio dalle opportunità che la vita ci presenta. Con questi sentimenti noi onoriamo la sua memoria e le sue opere e convintamente sosteniamo l’iniziativa per la sua beatificazione promossa dalla Associazione a lui dedicata.