Caffaro: perché la Loggia non è parte civile
La sindaca Laura Castelletti, il suo vice Federico Manzoni e l'assessore all'ambiente Camilla Bianchi hanno illustrato le ragioni della mancata scelta di costituirsi parte civile nel processo che si è aperto nei giorni scorsi con l'udienza premilinare
Nelle scorse settimane all’udienza preliminare per il nuovo fascicolo che riguarda la Caffaro Codacons, Lega Anti Caccia e Medicina Democratica avevano chiesto di costituirsi parti civili, prendendo posizione contro gli amministratori dell’azienda di via Nullo accusati di disastro ambientale, deposito incontrollato e omessa bonifica di rifiuti industriali pericolosi. : né il governo, né Regione Lombardia, né Provincia o Comune di Brescia. Nei giorni successivi Palazzo Loggia aveva diffuso una nota per spiegare le ragioni della scelta: “Al momento della notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare nel 2022 – si leggeva nel comunicato -, il Comune decise, per condivisi motivi tecnici e di opportunità, all’avvio dell’udienza dibattimentale, come era all’epoca consentito - si legge nel testo -. In seguito ai rinvii dell’udienza e all’entrata in vigore, nel frattempo, della riforma Cartabia del processo penale, tale facoltà è venuta meno anche con riferimento alle udienze preliminari già in corso”.
In sostanza quindi il Comune era stato informato per tempo ma aveva deciso di rimandare la decisione all'inizio del processo (ora il caso è in fase preliminare), solo che nel frattempo le regole sono cambiate e con la nuova riforma della giustizia è possibile costituirsi parte civile solo all'apertura dell'udienza preliminare. Questo significa che la Loggia non potrà chiederlo più avanti. Nei giorni scorsi la scelta del Comune è stata nuovamente al centro di polemiche, di "disattenzione" o addirittura di "connivenza" avevano parlato il tavolo Basta Veleni ed il centrodestra. Per replicare a queste polemiche la sindaca Castelletti, il suo vice Federico Manzoni e Camilla Bianchi, assessore all’ambiente, sono tornati ieri a incontrare la stampa per fare ulteriore chiarezza sulla scelta. La decisione di non costituirsi parte civile, è stato sottolineato, è giunta dopo l’analisi di pro e contro, al di là della riforma Cartabia che di fatto non rende più possibile effettuare la scelta a udienza preliminare avviata. "Ricordiamo – ha sottolineato Manzoni– che quello in oggetto non è il processo a carico dei responsabili dell’inquinamento del sito, ma di chi, a caso Caffaro già conclamato, è stato chiamato a diverso titolo ad operare nello stabilimento". Tre le ragioni della non costituzione riportate dai tre amministrativo il fatto che la Loggia avrebbe dovuto optare per una costituzione selettiva, visto che nel processo sono coinvolti anche l’ex commissario Moreni ("che ha operato sulla scorta di una battaglia politica che il Comune ha assunto"); e la società Caffaro Brescia che sta lavorando per la realizzazione della “barriera idraulica” per evitare ulteriori inquinamenti delle acque sotterranee nello stabilimento.
Il Comune, hanno poi sottolineato Castelletti, Manzoni e Bianchi, non avrebbe comunque avuto titolo di chiedere il risarcimento del danno, che per legge spetta solo al Ministero (che, come la Loggia, non si è costituito parte civile). Per ultimo, poi, c’era l’incertezza sull’ammissione del Comune di Brescia tra le parti civili., come già avvenuto nel 2016 nel processo contro Snia. “La costituzione in pare civile – ha continuato ancora Federico Manzoni - sarebbe stata una scelta più simbolica che pratica”. Per altro, è stato sottolineato nel corso dell’incontro, esiste sempre la possibilità futura di dare vita a un eventuale procedimento civile a responsabilità accertate, per ottenere un risarcimento. La sindaca Laura Castelletti ha annunciato, in attesa della gara che dovrebbe avviare l’iter per la bonifica della cittadella industriale di via Nullo. che solleciterà il Governo, per una norma che permetta al Comune di affiancare i privati nella bonifica delle loro aree. "Non costituirsi parte civile – ha concluso– non significa non occuparsi o non esser dalla parte dei cittadini" .