C'è tanta Brescia nella tragedia di Firenze
Le vittime dell'incidente nel cantiere per la costruzione di un supermercato risiedevano o erano di casa a Palazzolo sull'Oglio
Ancora una volta il Bresciano si trova a dover aggiornare la triste contabilità delle vittime sul lavoro, prima con l’incidente capitato in un’azienda di Longhena, nella Bassa, dove un uomo di 38 anni, ha perso la vita travolto da un montacarichi che stava spostando del materiale. L’uomo aveva concluso il suo turno di lavoro e stava raggiungendo a piedi, camminando all’esterno l’ufficio dove è collocata l’apparecchiatura per la timbratura dei cartellini dei lavoratori. A poche ore di distanza i numeri si sono fatti ancora più tragici.
Nel drammatico incidente avvenuto a Firenze in un cantiere per la costruzione di un supermercato hanno perso la vita quattro lavoratori (più un quinto ancora disperso). Tre, invece i feriti. L’indicente ha destato vasta eco nel Bresciano perché tra delle vittime, più il lavoratore ancora disperso sotto le macerie, erano residenti o di casa a Palazzolo sull’Oglio. Mohamed El Ferhane, marocchino di 24 anni, era residente a Palazzolo sull'Oglio e nello stesso paese da alcune settimane vivevano a casa di amici Bouzekri Rahimi, marocchino di 56 anni (il cui corpo non è stato ancora trovato), e Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni. Un'altra vittima, Taofik Haidar, 45enne marocchino, viveva da 15 anni in Italia, da 8 a Palazzolo sull'Oglio mentre da due mesi si era trasferito a Chiuduno, nella Bergamasca. Con le quattro vittime di Firenze, dove sono ancora in corso gli accertamenti per verificare le cause del crollo e appurare eventuali responsabilità, portano così a sette i morti bresciani sul lavoro.
Le vittime erano dipendenti di una delle oltre 150 aziende impegnate nel cantiere fiorentino. All’inizio di ogni settimana, raccontano gli amici e i parenti rimasti a Palazzolo (dove è stata aperta una colletta per sostenere le famiglie e permettere il rimpatrio delle salme nei Paesi di origine delle vittime), la squadra partiva alla volta di Firenze.
A poche ore dall’incidente Cgil, Cisl, Uil Toscana in una nota congiunta hanno dichiarato che quella verificatasi nel cantiere fiorentino “è solo l'ultima di una lunga serie di tragedie. Il problema della sicurezza sul lavoro deve essere considerato prioritario: è inaccettabile che quotidianamente si parli di morti e feriti come in un bollettino di guerra, è inaccettabile che chi esce di casa per recarsi a lavoro non vi faccia più ritorno, che non riveda mai più la propria famiglia e i propri affetti".
“Quanto vale la vita di un lavoratore e quanto siamo disposti ad accettare che intere famiglie piangano e si trovino in gravi difficoltà a causa della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, quella che dovrebbe essere costituzionalmente garantita?” si è, invece, domandato il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni. “Chiunque ha visto le immagini del crollo non può rimanere indifferente ma nessuno più di noi che conosciamo direttamente ed abbiamo vissuto sulla nostra pelle tragedie simili, sa quanto sia terribile quello cha accade dopo – ha aggiunto ancora il presidente dell’Anmil– e per questo siamo pronti a dare tutto il sostegno possibile e queste famiglie affinché non rimangano sole le vittime anche di chi si butterà a rivendicare i loro diritti solo per interesse personale o per trarne vantaggio, perché purtroppo dietro ognuno di questi drammi c’è anche questo”.
“Morire sul lavoro ancora oggi è inaccettabile e vergognoso – sono la considerazioni della vicepresidente della Fondazione Anmil “Sosteniamoli Subito” Paola Batignani, vedova di Alessandro Rosi, morto nel 2019 nel capannone di un’acciaieria di Cremona in cui era stato allestito un cantiere per lavori di manutenzione e rimasto schiacciato da una trave – ma soprattutto quello che è grave è che non siamo capaci di rispettare norme e mezzi di protezione che potrebbero salvare la vita di centinaia di lavoratori, lasciando invece che imprenditori senza scrupoli non ci rimettano nulla e la loro responsabilità finisca con un patteggiamento e nessuno paghi veramente per questa morti ingiuste ed evitabili”.
“Ogni morte sul lavoro è straziante e inaccettabile, tutti gli sforzi devono essere messi in campo perché sia sempre garantita l’assoluta sicurezza. Preghiamo anche affinché sia speso in questo tutto l’impegno possibile di chi ha responsabilità, per non continuare a piangere vite spezzate così”. Queste sono state, invece, le parole dell’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori. “Esprimo il mio profondo dolore e il cordoglio di tutta la Chiesa fiorentina – ha continuato il Cardinale - . Preghiamo per le vittime e per i feriti e siamo vicini alle loro famiglie. Affidiamo al Signore le persone che hanno perso la vita mentre erano sul luogo di lavoro, per assicurare a sé stessi e ai loro cari un futuro sicuro e dignitoso”.