Brescia per tre giorni città della pace
Prende il via domani il Festival della pace nato dalla collaborazione tra Comune, Provincia, Diocesi, Università cittadine, Ufficio Scolastico territoriale e tante altre realtà
Brescia terra di festival: da quello della missione a quello della pace. A poco più di un mese da “Missioni is possible” la città ospita dal 23 al 25 novembre incontri con esperti, rappresentanti delle istituzioni e dell’economia, testimoni, mostre, concerti, rappresentazioni cinematografiche, e un’articolata riflessione sui temi della “pace positiva” e della non violenza.
Il festival della pace è frutto della collaborazione tra Comune, Provincia, Diocesi, Università cittadine, Ufficio Scolastico territoriale e tante altre realtà. Un primo importante traguardo il festival della pace l’ha raggiunto ancor prima di iniziare: aver portato persone e realtà diverse a ragionare su un tema come quello della pace, tanto importante ma spesso vittima di banalizzazione o eccessiva semplificazione.
“Il Festival – racconta Laura Parenza, presidente del Consiglio comunale – vuole offrire attraverso linguaggi diversi una riflessione su più tematiche”.
Il 23 novembre alle 16.45, nel salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, si terrà l’incontro internazionale dei sindaci per la pace “Civitas e speranze umane”.
Con Emilio Del Bono saranno presenti i sindaci di Assisi Stefania Poletti, di Bujumbura Freddy Mbonima, di Sarajevo Abdulah Skaka, di Nizza Cristian Estrosi, di Troyes François Baroin, di Darmstadt Jochen Partsch e di Logroño, Concepcion Gamarra. Parteciperanno, inoltre, il vice sindaco di Strasburgo Nawel Rafik Elmirini, il delegato del sindaco di Betlemme Judeh G. J. Marcos e il direttore del congresso dei poteri locali e regionale del Consiglio d’Europa Antonella Cagnolati. Insieme ragioneranno su come sia possibile operare “perché le città, in sinergia, lavorino per costruire modelli di pace positiva”. Alle 19 si terrà “Una bacchetta per la pace”, concerto dell’ensemble Assisi Suono Sacro (direttore artistico Andrea Ceccomori).
Il 24 novembre, presso la facoltà di Economia della Statale, si terrà la lectio magistralis di Johan Galtung collegato con Brescia via skype. “La pace – sottolinea don Umberto Dell’Aversana, collaboratore dell’Ufficio per l’impegno sociale e membro di Giustizia e Pace – è un dono di Dio che cammina con le gambe degli uomini e che deve fondarsi sulla giustizia. La pace non è soltanto assenza di guerra, ma è quella civiltà dell’amore che Paolo VI sosteneva. Oltre a parlarne e a discuterne, dobbiamo cercare di essere davvero portatori di pace e costruttori di pace. Ecco il perché di questo Festival in una città che deve coniugare lo sviluppo sostenibile della città e la produzione armiera (a Brescia si produce il 97% delle armi leggere italiane)”.
Sempre il 24 novembre il Festival mette in calendario altre due conferenze significative: “Migranti portatori di pace” (alle 14.30 in Cattolica) e “Sviluppo sostenibile e commercio delle armi: al crocevia tra diritto al lavoro, politica estera e interessi finanziari” (alle 20.40 nella chiesa di San Giorgio)”.
“Non dobbiamo vedere i migranti – affermano gli organizzatori come una minaccia, non dobbiamo arrivare allo scontro di civiltà, ma dobbiamo costruire quella convivialità delle differenze tanto cara a don Tonino Bello”. Non si può, poi, ignorare il territorio che ospita il Festival: “Non chiediamo – proseguono - l’abolizione della produzione armiera, ma l’applicazione assoluta e trasparente della legge 185: ci sono regole molto precise che chiediamo vengano rispettate nella produzione e nel commercio”. Accanto a questo si aggiunge il tema del disarmo nucleare. “Il Nobel dato a Ican rappresenta un segnale positivo. In gennaio, il Festival, che è un cantiere internazionale della pace, metterà a tema anche questo aspetto”.