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Brescia
di REDAZIONE 11 feb 2021 13:43

Brescia per la pace e contro il nucleare

Brescia è la città di Paolo VI, ossia del Pontefice che con il 1° gennaio 1968 ha introdotto la Giornata Mondiale della Pace e che l’anno prima aveva istituito il Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace. Un Pontefice che il 4 ottobre 1965 alle Nazioni Unite aveva invitato i potenti della terra a lasciar cadere le armi dalle loro mani. Ebbene, proprio a Brescia, la terra di Paolo VI, si è realizzata questa iniziativa che si spera possa avere anche ulteriori sviluppi.

Con il 31 gennaio 2021, alla conclusione del Mese della Pace, è terminata la raccolta di adesioni al documento in cui si chiedeva la ratifica da parte del nostro Paese del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari; l'eliminazione di tutte le armi nucleari dal territorio del nostro Paese; la sospensione dei lavori di ampliamento della base di Ghedi dove dovrebbero essere ospitati gli F35 in grado di trasportare i nuovi ordigni atomici.

L'iniziativa, nata con l'obiettivo di coinvolgere il più possibile il mondo cattolico bresciano, ha avuto risultati molto positivi.

Il documento è già stato consegnato a Roberto Cammarata, presidente del Consiglio Comunale di Brescia e, tramite lui, al Sindaco Emilio del Bono;  è già stato consegnato anche al presidente della Provincia, Samuele Alghisi e a Antonio Trebeschi, sindaco di Collebeato, come rappresentante dei 54 Enti Locali che hanno aderito a "Italia ripensaci".

Il documento con tutte le adesioni sarà consegnato nei prossimi giorni ai Parlamentari bresciani e a tutta una serie di altre realtà e istituzioni, affinchè ognuno contribuisca, per la parte di propria competenza, al raggiungimento degli obiettivi indicati nel documento. Venerdì 19 febbraio sarà consegnato al Vescovo.

Il testo, che è stato proposto da 17 persone di diversa provenienza (quattro sacerdoti, due missionari, il decano dei giornalisti locali, la presidente uscente dell'Azione cattolica, due aclisti, un esponente del Movimento dei Focolari, una figura di spicco del volontariato bresciano, alcuni componenti di Pax Christi), è stato sottoscritto dalle Acli provinciali e da 56 circoli locali delle Acli, dall’Azione Cattolica diocesana e da diversi gruppi parrocchiali di AC, dalla Cooperativa cattolico-democratica di Cultura, dal Movimento dei Focolari, da Pax Christi, dalle Comunità missionarie dei saveriani e dei comboniani, da altri gruppi missionari locali, dalla S. Vincenzo, dagli Scout, da diversi gruppi della Caritas, dalle suore Mariste, dalle suore canossiane, dalle suore Paoline, da Noi Siamo Chiesa, da Mani Tese, dalla rete Radié Resch e da altre realtà locali; poi da diverse decine di parrocchie e di Unità Pastorali, da una quarantina di sacerdoti a titolo personale; poi ancora da esponenti del mondo universitario, della società civile, del volontariato.

"Inizialmente - spiegano - non pensavamo di raccogliere adesioni singole e volevamo privilegiare solamente l'associazionismo, ma poi spontaneamente ne sono giunte a centinaia. Come pure molti, sia singoli che associazioni, hanno chiesto da altre province di poter sottoscrivere il documento".

Alla vigilia dell'entrata in vigore del Trattato Onu (22 gennaio 2021) è arrivato anche un documento del vescovo Pierantonio Tremolada che sottoscriveva la richiesta al Governo e al Parlamento italiano di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari e invitava "gli artigiani della pace" a continuare con coraggio nella loro attività.

La piena condivisione dell'iniziativa è giunta anche da mons. Domenico Sigalini, di Dello, vescovo emerito di Palestrina, assistente nazionale dell'Azione Cattolica italiana dal 2007 al 2014, organizzatore con Giovanni Paolo II delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Copia del documento con tutte le adesioni verrà consegnata anche al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, "cui chiederemo di far sentire la sua voce affinché la Conferenza Episcopale Italiana si esprima in modo chiaro e netto nella richiesta al Governo e al Parlamento del nostro Paese di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari".

"Questa nostra esperienza, nel suo piccolo, intende indicare una strada, quella del maggiore coinvolgimento possibile. Se in tutte le diocesi ciò venisse fatto e poi se anche a livello nazionale l'associazionismo si facesse sentire su questo tema in modo chiaro e unitario, la politica non potrebbe certo far finta di niente.

I ripetuti interventi di papa Francesco sono un invito a percorrere con coraggio questa strada, andando oltre il protagonismo individuale, al fine di rendere possibile il raggiungimento di determinati obiettivi. La voce alta e forte del mondo cattolico, in tutte le sue varie espressioni e componenti, unitamente a quella della società civile e di altre confessioni religiose, che da tempo in forma sempre più diffusa chiedono al nostro Paese la ratifica del Trattato Onu, può riuscire a orientare la politica sulle strade della pace e del disarmo nucleare".

“L’eliminazione totale delle armi nucleari, citando Papa Francesco in Fratelli tutti, diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario”.

REDAZIONE 11 feb 2021 13:43