Bazoli: Ora riduciamo le disuguaglianze
"In questi cinque anni, con fatica, con grande serietà e costanza, siamo riusciti a traghettare il Paese fuori dalla crisi". Alfredo Bazoli è il capolista del Partito Democratico per la Camera dei Deputati, nel collegio plurinominale Lombardia 3 (Brescia-Desenzano)
Per la Camera dei Deputati, nel collegio plurinominale Lombardia 3 (Brescia-Desenzano), il capolista del Partito Democratico è Alfredo Bazoli. Classe 1969, avvocato, sposato con tre figli, Bazoli alla Camera è stato membro della seconda Commissione Giustizia e membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
Onorevole Bazoli, cosa ha imparato in questi cinque anni di esperienza parlamentare?
Sono stati cinque anni molto intensi, complicati e delicati dal punto di vista politico. Ho imparato a muovermi nel “Palazzo”, ho imparato a capire come funziona la politica dall’interno. Dal mio punto di vista è stata un’esperienza molto arricchente sia dal punto di vista umano che politico. Ho conosciuto tante persone di valore, perché ci sono tante persone che si impegnano seriamente e con spirito di servizio. Abbiamo fatto tante cose. Sono abbastanza soddisfatto di quello che siamo riusciti a realizzare in questi cinque anni.
Il governo Gentiloni rivendica i buoni risultati ottenuti…
Ci siamo caricati sulle spalle la responsabilità di gestire il Paese in una condizione difficilissima. Avevamo un Parlamento bloccato da un risultato elettorale che non aveva assegnato la vittoria a nessuno e avevamo una crisi economica e sociale molto profonda. In questi cinque anni, con fatica, con grande serietà e costanza, siamo riusciti a traghettare il Paese fuori dalla crisi. Lo dicono tutti gli osservatori e i dati statistici. Abbiamo riavviato la crescita economica, la disoccupazione (soprattutto quella giovanile) è calata molto, tutti gli indicatori economici sono positivi. Il Paese è sulla via del risanamento. Certo c’è ancora molto da fare.
Quali sono i temi a suo avviso più importanti?
Una delle cose sui cui dobbiamo concentrare i nostri obiettivi è il tema delle disuguaglianze incrementate dalla crisi. Era necessario far ripartire la crescita economica, ma ora dobbiamo concentrarci sulla riduzione delle differenze troppo rilevanti: è questo l’obiettivo numero uno.
Cosa risponde a chi sostiene che non ci siano differenze tra centrosinistra e centrodestra?
Chi non vuole interrompere la strada intrapresa che ha portato risultati economici, deve dare il suo consenso al centrosinistra che ha avuto il merito di aver portato l’Italia fuori dalla crisi. Chi, invece, vuole affidarsi a promesse miracolistiche che rischiano, secondo me, di far fare un passo indietro al Paese, può votare il centrodestra. Il centrodestra è molto diviso al suo interno: tra Salvini e Berlusconi ci sono differenze insanabili sia sulla politica economica sia sulla politica estera… Chi vota centrodestra fa fare al Paese un salto nel buio; chi vota centrosinistra ha la certezza di continuare un percorso virtuoso.
I toni di queste prime settimane sono esagerati. Il rischio è di allontanare ancora di più gli elettori. Che campagna elettorale si aspetta?
Noi abbiamo una carta da giocare: i risultati di questi cinque anni. Dobbiamo giocarla bene. Andremo a spiegare cosa abbiamo fatto e come il Paese è cambiato e i risultati concreti ottenuti. Se riusciremo a tenere la campagna elettorale sul merito, avremo buone chances per riuscire a vincere le elezioni. Dobbiamo fare una campagna nella quale parliamo di cose concrete in un clima dove prevalgono gli slogan, i pregiudizi e i toni alti. Faremo di tutto per riportare il confronto sulle questioni concrete e sui risultati ottenuti.