Bankitalia: Brescia nelle mani del Governatore
Ieri a Roma l'incontro di Laura Castelletti e Emanuele Moraschini con i vertici di Banca d'Italia dopo l'annunciata chiusura della sede di corso Martiri della Libertà
La notizia era arrivata nei primi giorni di ottobre: Banca d'Italia avrebbe chiuso la sua filiale di Brescia, in Corso Martiri della Libertà, che oggi occupa 32 addetti. L’informazione era stata data un incontro tra azienda e organizzazioni sindacali in cui è stato illustrato il piano di riorganizzazione reso noto ai primi del mese. "Ci attendevamo di capire in cosa consistesse l'annunciato rafforzamento della rete – si leggeva in una nota diramata in quell’occasione dal sindacato Falbi, la Federazione autonoma lavoratori Banca centrale e Autorità –, atteso che dalla lettura del documento si evincevano solo chiusure (di due filiali: Livorno e Brescia) e il drastico ridimensionamento delle funzioni attualmente svolte".
Il sindacato Falbi dichiarava anche di aver manifestato la propria contrarietà al piano di riorganizzazione e di aver convocato un'assemblea per valutare "le iniziative da adottare per contrastare quanto la Banca ha inteso rappresentare". Nel dettaglio: "Formalizzeremo il nostro più dissenso all'amministrazione su quanto proposto, e se non otterremo risposte soddisfacenti avvieremo una fase di aspro conflitto. Dedicheremo grande attenzione alle prese di posizioni da parte delle altre organizzazioni sindacali: a tal proposito, auspichiamo che la volontà di contrapporsi alla Banca prevalga su quella di trattare le condizioni".
Sin da subito anche la politica e le istituzioni locali si erano mosse per cercare di far recedere Bankitalia dalla sua decisione. La sindaca di Brescia Laura Castelletti e il presidente della Provincia Emanuele Moraschini, supportati dalla Camera di Commercio, hanno presentato al governo una richiesta ufficiale di rivalutazione della decisione. Gli argomenti a sostegno del mantenimento della sede bresciana erano (e sono) molteplici e muovono dalle particolarità dell'economia del territorio nel quale la filiale, per diverse sue funzioni, può svolgere ancora un importante ruolo, fino al rilievo finora comunque avuto dalla dipendenza anche nei rapporti istituzionali, alla sua storia. ù+
A quest'ultimo proposito, era stata curata una ricostruzione della vita della filiale che inizia addirittura prima della costituzione, nel 1893, della Banca, come dipendenza della Banca Nazionale nel Regno che poi concorse alla creazione dell'Istituto di Via Nazionale. La sede di Brescia, poi, ha avuto sempre un posto di primo piano nelle filiali della Lombardia, subito quella di Milano. Il presidio di Bankitalia a Brescia, infatti, oltre a offrire servizi al pubblico, svolge un ruolo chiave per il tessuto economico della zona, servendo anche le province di Cremona e Mantova. Con un patrimonio di 70 miliardi di euro in depositi e un sistema di oltre 174mila imprese, la filiale è ritenuta vitale per il monitoraggio dei flussi finanziari e la prevenzione delle attività illecite. La chiusura sposterebbe le operazioni principali a Bergamo e Milano, creando non pochi disagi per le attività economiche locali.
Di qui la decisione di chiedere un incontro con i vertici di Banca d’Italia per ottenere una revisione del piano di riorganizzazione. Brescia, in sostanza, chiedeva un passo indietro, ribadendo l’importanza strategica della filiale per la gestione del credito, il supporto alle imprese e la sicurezza economica del territorio.
L’incontro auspicato si è tenuto ieri. Laura Castelletti, Emanuele Moraschini, insieme ai parlamentari Onorevoli Fabrizio Benzoni, Cristina Almici e Simona Bordonali, hanno incontrato nella capitale
Gianluca Trequattrini e Vanni Le Donne, rispettivamente Segretario del Direttorio e Responsabile del Servizio Organizzazione della Banca D’Italia.
“In rappresentanza dell’intero sistema politico, economico e sociale bresciano – si legge in una nota congiunta rilasciata dalla Sindaca e dal Presidente della Provincia - abbiamo espresso unitariamente la nostra profonda contrarietà alla decisione della Banca di chiudere la filiale di Brescia, spiegando ai nostri interlocutori le ragioni per cui riteniamo necessario un ripensamento. Oltre ai noti dati economici su manifattura, agricoltura e servizi, abbiamo evidenziato come la presenza della Banca a Brescia rappresenti un segnale di vicinanza all'intero mondo imprenditoriale della Lombardia Orientale, nonché una scommessa sulle potenzialità economiche del nostro territorio.
Siamo soddisfatti perché le nostre istanze sono state ascoltate e il Dott. Trequattrini si è impegnato a riportarle al Governatore Fabio Panetta. Al Governatore l’ultima parola: scegliere se sostenere in presenza il sistema bresciano o lasciare il territorio. Siamo certi che, nel frattempo, la voce del sistema Brescia continuerà a farsi sentire."